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Economia Lavoro

Per la Gesamtmetall una strategia a due vie

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Questo articolo è stato pubblicato il 18 gennaio 2011 alle ore 08:08.

FRANCOFORTE - Può il modello di relazioni industriali tedesche essere importato in Italia? L'interrogativo rimbalza da più parti, nei discorsi e sulla stampa, complice la scelta di Fiat di abbandonare almeno in parte il contratto collettivo della categoria.
L'interesse è rafforzato dal fatto che lo stesso successo economico della Germania in questi anni è dipeso anche da nuove forme di flessibilità nella contrattazione collettiva e nel mercato del lavoro.

Secondo le statistiche della Fondazione Hans-Böckler, un centro-studi legato alla federazione sindacale DGB e con sede a Düsseldorf, la percentuale dei lavoratori tedeschi il cui rapporto di lavoro è regolato da un contratto collettivo è calata tra il 2005 e il 2009 dal 56 al 52 per cento. In un paese federale, il contratto collettivo non è nazionale, bensì tendenzialmente regionale, come dimostra il caso dell'industria.

A rappresentare il ricco e potente settore metalmeccanico tedesco è in Germania la Gesamtmetall, un'associazione imprenditoriale nata nel 1949 che rappresenta 22 organizzazioni, 6.300 aziende e 2,1 milioni di lavoratori.

La Gesamtmetall ha due tipi di imprese membri: quelle che applicano il contratto collettivo, in tutto 3.800 con oltre 1,7 milioni di lavoratori, e quelle che invece non lo applicano, circa 2.500 per un totale di 320mila dipendenti.

«Abbiamo un certo numero di aziende – spiega da Berlino il portavoce di Gesamtmetall Martin Leutz – che vogliono utilizzare i servizi della nostra associazione, ma senza applicare il contratto di categoria. Queste sono tendenzialmente piccole o piccolissime imprese. In alcune regioni del paese, questa particolarità della nostra organizzazione esiste da molto tempo. In altre, come per esempio nel Baden-Württemberg, è più recente».

Il contratto collettivo della categoria viene preparato e firmato a livello regionale. L'accordo raggiunto in una grande regione industriale del paese, tendenzialmente il Nord-Reno Vestfalia o il Baden-Württemberg, diventa un'intesa pilota che viene poi replicata negli altri Länder tedeschi, con piccole differenze legali.

La Gesamtmetall effettua la trattativa con il sindacato metalmeccanico più rappresentativo, storicamente l'IG Metall.

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Tags Correlati: Audi | Baden-Württemberg | Contratti di lavoro | DGB | Fondazione Hans-Böckler | Gesamtmetall | Gustav Horn | Italia | Martin Leutz | Nord-Reno | Renania-Westfalia

 

Nel corso degli ultimi anni sono state introdotte nel contratto clausole che permettono maggiore flessibilità a livello di impresa. Per esempio, l'ultimo accordo – che riguarda il periodo 2010-2012 – precisa che l'aumento salariale previsto nell'aprile 2011 possa essere anticipato o posticipato di due mesi, a seconda delle circostanze locali. L'eventuale decisione è presa di comune intesa dai lavoratori e dal management della società, non da Gesamtmetall e IG Metall.

Lo stesso contratto, nonostante sia firmato solo dal sindacato metalmeccanico, è applicato dalle imprese a tutti i lavoratori, e non soltanto a quelli iscritti all'IG Metall.

È da segnalare poi che l'iscrizione alla Gesamtmetall è volontaria: Volkswagen, per esempio, non è membro dell'associazione. All'organizzazione imprenditoriale è però iscritta Audi, una filiale dello stesso gruppo automobilistico di Wolfsburg.

Gustav Horn, economista della Hans-Böckler, crede che il recente successo dell'industria tedesca sia dovuto anche a una maggiore flessibilità contrattuale.

E alla presenza di una sola controparte sindacale, a differenza che in Italia? «Direi di sì. Credo che gestire la crisi con un solo sindacato abbia facilitato le cose. Da un lato è meglio avere una maggiore concorrenza tra le organizzazioni sindacali. Dall'altro però la presenza dell'IG Metall ha dato stabilità alle relazioni industriali».

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