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Questo articolo è stato pubblicato il 17 gennaio 2011 alle ore 06:40.
di Gian Primo Quagliano Mentre nel mondo l'auto sta andando egregiamente, non si può dire che l'Europa abbia chiuso il 2010 in bellezza. E' andata però meglio di come sfiduciati e iettatori vaticinavano. Il progressivo esaurirsi della politica degli incentivi ha inciso fortemente sui risultati della parte centrale dell'anno, ma un primo trimestre ancora buono per una robusta coda delle agevolazioni statali 2009 e il risveglio del grande mercato della Germania nell'ultimo scorcio dell'anno hanno consentito al nostro continente di contenere le perdite in un modesto 2,7%.
Il dato più interessante per valutare le prospettive del mercato europeo nel 2011 senza incentivi è proprio il fatto che la locomotiva tedesca ha ripreso a correre e accelererà. L'economia germanica è infatti quella che sta tenendo il ritmo più sostenuto in un'Europa in cui la ripresa procede con passo molto più lento che nel resto del mondo per una serie di ragioni ben note tra le quali, non secondaria, è la politica della Bce, da sempre attenta più alla salute dell'euro che a quella dell'economia reale.
Anche se i danni nel 2010 sono stati contenuti, la situazione europea ed italiana rappresenta un'anomalia nel mercato automobilistico mondiale, che nel 2010 ha fatto registrare un nuovo record di vendite e che nel 2011 farà ancor meglio. L'anomalia europea non verrà certo superata nel 2011, ma vi sono le condizioni perché il mercato dell'auto torni a crescere anche per noi, sia pure con tassi decisamente lontani da quelli del resto del mondo.
L'impatto della ripresa dell'economia potrà tradursi in nuove decisioni di acquisto di automobili sia perché nei tre anni magri che ci lasciamo alle spalle il parco auto è ulteriormente invecchiato e una certa quota di sostituzioni si impone sia perché gli automobilisti saranno stimolati da una serie di novità di grande interesse che si aggiungeranno a quelle lanciate nel 2010 che sono, citando solo le principali, la Giulietta, la Passat, la C4 e l'Audi A1.
La maggior parte delle case auto, superato il panico di Lehman Brothers e dintorni, hanno infatti rimesso i remi negli scalmi e hanno ripreso a vogare scommettendo sul mercato che verrà.