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Economia Aziende

Sindacati contro Federmeccanica

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Questo articolo è stato pubblicato il 20 gennaio 2011 alle ore 07:50.

Diviso sulla vertenza Fiat il fronte sindacale si ricompatta accogliendo con un coro di critiche – sia pure con differenti posizioni – la proposta di Federmeccanica che apre sulla possibilità di prevedere un contratto specifico per determinate situazioni aziendali in alternativa al contratto nazionale.

La proposta per le organizzazioni sindacali appare in contrasto con la definizione del contratto specifico per il settore auto, su cui lunedì prossimo è fissato un nuovo round negoziale proprio con Federmeccanica. Ma appare anche in contraddizione con il nuovo modello contrattuale siglato il 22 gennaio del 2009 (da tutti, con l'eccezione della Cgil), che prevede due livelli contrattuali, con la possibilità di introdurre deroghe, che sono state recepite nel contratto nazionale del metalmeccanici del 2009 (non firmato dalla Fiom). La Cgil, per voce della leader Susanna Camusso, liquida l'iniziativa con una battuta: «Se fosse vero quello che ho letto, Federmeccanica sbaglia per la quarta volta», facendo riferimento tra i precedenti al contratto separato dei metalmeccanici del 2009, alle deroghe allo stesso e al contratto per l'auto a cui le parti stanno lavorando. «Per rincorrere Marchionne si affronta il problema nel peggiore dei modi – aggiunge Vincenzo Scudiere, segretario confederale della Cgil – , l'aziendalismo come soluzione dei problemi contrattuali nel settore è una soluzione che non può trovare il nostro consenso».

Negativo anche il commento del segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni: «Abbiamo un contratto nazionale che vale ancora due anni – dice –. Nessuno dovrebbe mettere il carro davanti ai buoi». Per il segretario generale aggiunto della Cisl, Giorgio Santini, serve più prudenza da parte di tutti: «Ogni proposta è legittima – sostiene – tuttavia, sarebbe meglio rimanere nell'ambito del percorso già definito, esplorando tutte le opportunità previste dallo schema del 2009». Lo stesso Santini esplicita il percorso al quale le parti sociali stanno lavorando: «Puntiamo ad arrivare ad una definizione del contratto dell'auto – spiega – per avere un contratto nazionale con regole generali che recepisca anche le normative specifiche previste per Pomigliano e Morafiori, accanto ai contratti di secondo livello. Nel frattempo cerchiamo un accordo sulla rappresentanza per sanare le anomalie. L'intesa può essere raggiunta nell'anno di tempo che ci separa della piena operatività delle intese raggiunte con la Fiat».

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Tags Correlati: CGIL | Cisl | Confindustria | Federmeccanica | Fismic | Giorgio Santini | Imprese | Luigi Angeletti | Raffaele Bonanni | Susanna Camusso | Uil | Vincenzo Scudiere

 

Critiche anche dal segretario generale della Uil, Luigi Angeletti: «La stragrande maggioranza delle imprese ritiene conveniente applicare il contratto nazionale – afferma – abbiamo una sola azienda con milioni di clienti e un mercato globale che preferisce avere regole più adeguate alla sua situazione. Sono le imprese ad aver sempre voluto il contratto nazionale, ma se vogliono ridiscutere questa impostazione disdicano l'accordo del 1993». L'impressione, per Angeletti è che Federmeccanica «stia cercando di far rientrare la Fiat a costi zero». Anche per la Uilm così come previsto dall'accordo interconfederale del 2009 i livelli contrattuali devono restare due (nazionale e aziendale) per evitare «la frammentazione».

Secondo la Fismic, se questa è la strada che verrà percorsa da Federmeccanica nella riunione di lunedì «le distanze sono ancora enormi», l'impianto normativo realizzato con gli accordi di Mirafiori e Pomigliano «è ben altro che un semplice contratto aziendale», ma «un insieme di regole che hanno trovato nel contratto collettivo del 29 dicembre una definizione compiuta e alternativa a quello dei metalmeccanici». La Fismic all'incontro del 24 gennaio porterà «una copia del contratto collettivo di primo livello», chiedendo a «tutti gli attori di tenere conto che è stato sottoscritto dalle parti e ratificato dal voto favorevole dei lavoratori dei due principali stabilimenti italiani». Infine per l'Ugl, il confronto con Federmeccanica serve per «individuare un modello che soddisfi le esigenze del settore auto» e che «diversamente da quanto accaduto a Pomigliano e Mirafiori, porti ad un contratto all'interno di Confindustria».

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