Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 21 gennaio 2011 alle ore 08:49.
Auditorium della Banca Popolare di Novara gremito per il convegno "Crescere insieme - Economia locale e sviluppo territoriale", primo di cinque appuntamenti in altrettante località, sedi di istituti del gruppo Banco Popolare, e dedicato al ruolo della banca per la crescita e lo sviluppo delle imprese. L'iniziativa è stata organizzata con la collaborazione del Sole 24 Ore. All'incontro hanno preso parte Paolo Preti dell'Università Bocconi, il sociologo Aldo Bonomi, direttore del consorzio di ricerche Aaster, Giovanni Mogna, imprenditore novarese nel settore dei fermenti lattici e, a far gli onori di casa, l'a.d. della Banca Popolare di Novara Domenico De Angelis.
«Cosa devono fare le nostre imprese, specie quelle di piccola dimensione, per essere pronte alla ripresa? Restare ferme». Ha iniziato in modo provocatorio il professor Preti, nel senso che, per lui, le piccole imprese possono essere «la chiave di uscita dalla crisi, perché il modello è originale e funziona». Restare fermi significa per Preti «non andare a cercare ispirazione in modelli esteri che non ci appartengono, mentre la peculiarità italiana è in un sistema produttivo di piccole imprese, di proprietà familiare, imprenditoriali e manifatturiere». I cambiamenti per battere la crisi, ha proseguito Preti, «devono invece avvenire dentro l'impresa, che deve saper guardare avanti nel tempo, fare della finanza un mezzo e non un fine e non attardarsi in una strategia di semplice riduzione dei costi, perché nel medio e lungo periodo la valenza strategica risiede nell'innovazione, nella qualità dei prodotti e nei servizi che vengono offerti».
Novara è la provincia piemontese con la più alta dotazione d'infrastrutture per la mobilità e seconda (dietro Cuneo) per valore aggiunto pro capite, nonché una delle province esportatrici del Piemonte (con un volume di export per abitante doppio rispetto alla media nazionale). Questi numeri, per Aldo Bonomi, confermano «la vitalità e le potenzialità di un territorio che può essere considerato una specie di "cerniera" tra le due grandi città di Torino e di Milano, ma anche qui come in tutto il Nord industriale la crisi si è fatta sentire, con una produzione in forte calo, a fronte dell'aumento dei disoccupati e di un numero di ore di Cig, superiore alla media del Piemonte». Oggi Novara appare dunque come una città in bilico, sospesa tra ciò che "non è più" e ciò che "non è ancora", ma se non acquisisce una "soggettività" propria rischia di diventare un semplice "punto geografico" di attraversamento fra Torino e Milano.