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Economia Gli economisti

Rischiosi motori di crescita

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Questo articolo è stato pubblicato il 21 gennaio 2011 alle ore 19:34.


WASHINGTON – Mentre i paesi ricchi stanno ripristinando la loro situazione in seguito alla crisi, i paesi in via di sviluppo stanno diventando, complessivamente, il nuovo motore della crescita globale. Sono sempre più una forza in grado di portare avanti le economie avanzate. Ma cambiare locomotiva comporta sempre qualche rischio.

Come ho sottolineato assieme a Marcelo Giugale nel nostro ultimo libro The Day After Tomorrow (Dopodomani n.d.t.), sono almeno quattro i binari lungo i quali si sta verificando questo cambiamento. Innanzitutto, i bilanci del settore pubblico e privato della maggior parte delle economie emergenti sono relativamente puliti. Inoltre, mentre le economie avanzate sono occupate in processi di sdebitamento, diversi paesi in via di sviluppo possono esplorare nuove opportunità di investimento; le strozzature delle infrastrutture ne sono un esempio lampante.

In secondo luogo, c’è un ampio inventario di tecnologie che il mondo in via di sviluppo deve ancora acquisire, adottare e al quale si deve adattare. Grazie ai progressi dell’informazione e della comunicazione, il trasferimento di queste tecnologie sta diventando sempre più economico e sicuro. Inoltre, la riduzione dei costi di trasporto e la disgregazione delle catene di produzione verticale in molti settori stanno facilitando l’integrazione dei paesi più poveri nell’economia globale.

In terzo luogo, l’altra faccia dell’emergenza delle nuove classi medie in molti mercati emergenti è rappresentata dal fatto che l’assorbimento a livello nazionale (consumi ed investimenti) nei paesi in via di sviluppo può aumentare in base al loro stesso potenziale di produzione. Premesso che vengano rinforzati i collegamenti commerciali nel Sud, assisteremo ad una nuova crescita basata sulle esportazioni nei paesi minori.

Infine, i paesi in via di sviluppo ricchi di risorse potrebbero beneficiare di una forte domanda pianificata di beni nel medio termine. Purché vengano implementati dei meccanismi di amministrazione e governabilità appropriati, in particolar modo con l’obiettivo di evitare sprechi di risorse, la disponibilità di risorse naturali può diventare una benedizione piuttosto che una maledizione per questi paesi.

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Tags Correlati: Asia | Banca Mondiale | Marcelo Giugale | Marzia Pecorari | Otaviano Canuto | Pubblica Amministrazione | Sviluppo economico

 

Già prima della crisi finanziaria globale, la maggior parte dei paesi in via di sviluppo si stavano muovendo su questi quattro binari, soprattutto grazie ai miglioramenti apportati alle loro politiche economiche durante il decennio precedente. Dato che queste politiche hanno permesso a questi paesi di rispondere bene agli shock dell’epicentro della crisi, ci sono ottimi incentivi per mantenerle in atto.

C’è comunque una grave minaccia legata al passaggio omogeneo a nuove risorse per la crescita globale, ovvero la possibilità di esagerare nell’inevitabile processo di adeguamento tra beni e prezzi che accompagna il cambiamento delle prospettive di crescita relativa e le percezioni dei rischi.

Ovviamente, poiché la creazione di nuovi beni nei paesi di sviluppo sarà inevitabilmente più lenta dell’aumento della domanda, il prezzo dei beni già esistenti in quei mercati (capitali, obbligazioni, immobili, capitale umano) tenderanno molto probabilmente ad oltrepassare i limiti del loro valore bilanciato a lungo termine. La storia recente è ricca di esempi delle ripercussioni negativi che possono emergere.

Ogni singolo boom e scoppio recente – negli anni ’90 in America latina, Asia, Russia, mentre più recentemente nell’Europa dell’Est, del Sud ed in Irlanda – aveva in comune una combinazione di bassi costi finanziari difficilmente sostenibili, bolle speculative legate a diversi tipi di beni, sovraindebitamento, aumento degli stipendi non garantito da profitti di produttività, ed un assorbimento nazionale in eccesso della produzione. In ogni caso, questi squilibri sono stati alimentati da periodi, facilmente identificabili, di euforia ed improvvisi aumenti dei prezzi dei beni.

E’ vero che, i fattori esterni, come la liquidità in valuta estera, hanno contribuito, o comunque permesso, questi periodi di euforia. I deficit fiscali gemelli ed i conti correnti (e/o le discrepanze tra la valuta e la maturazione del debito) erano diventati la regola. Ma il nostro punto è che le forze potenti che aumentano i prezzi dei beni possono essere indotte anche in assenza di enormi afflussi di liquidità. La gara ad accaparrarsi i beni disponibili ed un’euforia pericolosa potrebbero comunque verificarsi semplicemente attraverso dei meccanismi meramente nazionali.

Quindi, cosa dovrebbero fare i paesi in via di sviluppo a parte continuare ad implementare politiche macroeconomiche accorte, limitare l’eccessivo indebitamento finanziario nazionale e tentare di isolarsi dagli afflussi volatili di capitale?

Il compito più importante è quello di facilitare e rafforzare la creazione di nuovi beni, e in questo senso è fondamentale il contributo che possono dare i paesi in via di sviluppo. Possono infatti approfittare dell’attuale fortuna di avere disponibilità di capitale per creare una condizione di impugnabilità, trasparenza e qualità istituzionale nei mercati dove è possibile attuare investimenti ex novo. Possono fare in modo che le regole in vigore siano coerenti e favorevoli al finanziamento di progetti di investimento con maturazione a lungo termine. E possono poi investire nella propria capacità al fine di selezionare progetti e pianificarli.

Queste ed altre riforme interne servirebbero a moderare l’aumento esponenziale dei prezzi dei beni dei paesi in via di sviluppo. E’ per questo che rappresentano il modo migliore per assicurare che le prossime locomotive della crescita globale – e tutte le economie trascinate da tale crescita – rimangano sui binari giusti.

Otaviano Canuto, Presidente della Banca Mondiale responsabile per la riduzione della povertà e la gestione economica, è il co-autore di The Day After Tomorrow – a Handbook on the Future of Economic Policy in the Developing World (Dopodomani – Manuale sul futuro della politica economica nel mondo in via di sviluppo, n.d.t.), disponibile sul sito

Copyright: Project Syndicate, 2011.www.project-syndicate.orgTraduzione di Marzia Pecorari

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