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Economia Politica economica

Pil britannico inaspettatamente in calo nel quarto trimestre. Timori per un ritorno della recessione

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Questo articolo è stato pubblicato il 25 gennaio 2011 alle ore 17:22.

L'economia britannica si è contratta bruscamente nell'ultimo trimestre del 2010, facendo registrare un calo dello 0,5% del Pil. Un dato che ha preso in contropiede gli analisti (avevano pronosticato un rialzo di mezzo punto percentuale) e che costituisce una pessima notizia per il governo conservatore guidato da David Cameron all'inizio di un periodo di restrizioni del budget senza precedenti.

In parte imputabile al freddo e alla neve invernali che hanno rallentato le attività del Paese (escludendo l'impatto delle condizioni meteo, la crescita del quarto trimestre sarebbe risultata «piatta»), questo calo del Pil è il primo registrato nel Regno Unito dal terzo trimestre del 2009. Il settore dei servizi - che incide per il 76% sulla crescita - ha segnato una flessione dello 0,5% rispetto al trimestre precedente, mentre la produzione industriale è aumentata dello 0,9% e le costruzioni hanno registrato un ribasso del 3,3%. Il dato diffuso oggi dall'Ufficio nazionale di statistica ha subito alimentato i timori di un ritorno del Paese in una recessione che lo aveva colpito in pieno a fine 2008.

Osborne, nessun cambio di strategia nella finanza pubblica
Nonostante il calo del Pil nel quarto trimestre, il governo britannico non intende cambiare la politica di austerità in materia di conti pubblici. È quanto ha affermato il ministro delle Finanze George Osborne dopo la diffusione del dato. «È chiaro che si tratta di numeri che non ci piacciono - ha spiegato in una nota - ma l'Ufficio Nazionale di statistica ha detto chiaramente che il calo è stato causato dal freddo terribile che c'è stato a dicembre. Ci sono state le temperature più basse dal 1910 e tutto questo ha avuto un impatto profondamente negativo sull'economia. La manifattura ha continuato la sua crescita essendo stato il settore meno colpito dalle condizioni meteo».

Un quadro di luci e ombre
Il dato relativo al Pil conferma il quadro di luci (poche) e ombre che caratterizza l'attuale congiuntura britannica. A novembre, ad esempio, la produzione industriale è salita dello 0,4% mensile (+3,3% su base annua), ma meno di quanto si aspettavano gli analisti (+0,6%) e comunque a seguito di un risultato negativo registrato ad ottobre (-0,1%).

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Tags Correlati: David Cameron | George Osborne | Pil |

 

Disoccupati in calo, ma è record di giovani senza lavoro
Migliore del previsto, invece, il dato sul mercato del lavoro: a dicembre, il numero dei disoccupati é infatti calato di 4.100 unità. I segnali di miglioramento contrastano però col fatto che il numero delle persone da 16 a 24 anni senza lavoro ha raggiunto il livello più alto dal 1992, anno in cui è cominciata la rilevazioni dei dati.

Inflazione in rialzo dell'1% a dicembre, incremento più elevato dal 1996
Preoccupa invece più del previsto l'andamento dell'inflazione. Secondo i dati Ons, a dicembre i prezzi al consumo sono saliti dell'1% su base mensile - facendo registrare l'incremento più elevato dal 1996 - e del 3,7% a livello annuo (sopra le attese degli analisti che puntavano su un aumento del 3,3%). In crescita - sempre a dicembre - anche i prezzi alla produzione: l'indice è salito del 4,2% nell'anno, superando anche il dato (rivisto al rialzo) di novembre (4,1%). A spingere in alto l'inflazione all'origine é stata una vasta gamma di pressioni sui prezzi, in particolare sui prodotti petroliferi.

Tab. Prezzi al consumo 2010 (dato tendenziale, in %)
Gen 3,5
Feb 3,0
Mar 3,4
Apr 3,7
Mag 3,4
Giu 3,2
Lug 3,1
Ago 3,1
Set 3,1
Ott 3,2
Nov 3,3
Dic 3,7

Deficit record per la bilancia commerciale
Problemi anche dal versante del commercio con l'estero. A novembre (ultimo dato disponibile), il Regno Unito ha registrato il più grande deficit commerciale mai raggiunto, con esportazioni e importazioni salite ai livelli più alti dall'inizio delle rilevazioni comparabili del 1980. Il disavanzo complessivo si é esteso a 4.1 miliardi di sterline, in crescita dai 4 miliardi di ottobre, quello con i paesi dell'Unione europea si é allargato da 3,5 a 3.7 miliardi. Le esportazioni di merci sono aumentate del 4,1% - a 23.6 miliardi di sterline - spinte dalle vendite di auto nei paesi dell'Unione europea e in Russia, mentre le importazioni sono aumentate del 3,4% - a un record di 32.4 miliardi di sterline - spinte principalmente dagli acquisti di petrolio.

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