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Questo articolo è stato pubblicato il 26 gennaio 2011 alle ore 11:29.
La ripresa globale é tornata vigorosa ma l'Italia non tiene il passo. È quanto si legge nella congiuntura flash di Confinsutria, secondo cui «l'economia mondiale parte di slancio quest'anno, grazie all'accelerazione di fine 2010 superiore alle stime di consenso, ma in linea con le previsioni del CsC». Inoltre, spiega viale dell'Astronomia,«il 2011 si presenta come l'anno della stabilizzazione delle aspettative e della riduzione dell'incertezza».
Riparte il ciclo degli investimenti
Ciò sta facendo ripartire il ciclo degli investimenti nelle economie avanzate più dinamiche (USA, Germania), favoriti dal costo del capitale in riduzione con i rialzi delle Borse e dal maggior utilizzo degli impianti. «Ne beneficeranno occupazione (per ora ancora debole, tranne la tedesca) e consumi (vivaci già gli americani)». La crescita, dunque, «si consolida», anche se il percorso rimane «accidentato dalla crisi dei debiti pubblici, dalle oscillazioni valutarie e dai rincari delle materie prime, che si traducono in tensioni inflazionistiche (ma al netto di energia e alimentari i prezzi al consumo sono quasi fermi».
L'Italia fatica ad andare oltre l'1%
In tutto ciò, spiega Confindustria, «l'Italia fatica ad andare oltre l'1% nella velocità del Pil» e «non tiene il passo» della ripresa globale: «la produzione industriale é invariata in dicembre (-0,3% nel 4* trimestre, stime CSC; +1,1% in novembre), attestandosi al 17,8% sotto i livelli pre-crisi».
Resta alto anche l'allarme occupazione
Resta alto anche l'allarme occupazione: «Se l'andamento di fine anno é stato positivo con un aumento degli occupati nel bimestre ottobre-novembre (+0,3%, dati provvisori) e un calo della Cig nel quarto trimestre (-4,8% le ore complessivamente autorizzate), «nei primi tre mesi del 2011 - avverte Confindustria - restano negative le aspettative delle imprese riguardo alle assunzioni».
Ritmi differenziati a livello globale
A livello globale «i ritmi di crescita restano molto differenziati: surriscaldati negli emergenti (soprattutto in Asia), elevati negli Stati Uniti e in Germania, deboli in molti paesi dell'eurozona». Il Pmi globale in dicembre é salito a 57,1 (da 54,5), massimo da otto mesi, con ordini in più rapido aumento. Corre la Germania: il Pmi manifatturiero é al 60,7 da 58,1 (invariato quello dei servizi) e la fiducia delle imprese registra un record in gennaio (boom di ordini in novembre).