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Questo articolo è stato pubblicato il 02 febbraio 2011 alle ore 08:26.
Modificare la Costituzione per aumentare la libertà di impresa, ma anche dare un'accelerata al piano casa, al piano Sud e alla riforma dei servizi pubblici locali. È questo il menu che, in vista del consiglio dei ministri di venerdì, Berlusconi ha concordato ieri con il ministro dell'Economia Giulio Tremonti in una telefonata seguita al vertice del Pdl. Il premier insomma rilancia ancora dopo il no delle opposizioni al patto bipartisan per la crescita. Dopo l'annuncio di lunedì, in cui aveva fatto riferimento anche a defiscalizzazione e deregolamentazione per il Mezzogiorno, ieri Berlusconi avrebbe chiarito con il ministro Tremonti i reali e limitati margini di movimento.
Il Cdm di venerdì – oltre al disegno di legge costituzionale sulla libertà di impresa – dovrebbe concentrarsi su provvedimenti già licenziati nei mesi scorsi e che attendono una sterzata. Come quelli per il Mezzogiorno. L'intenzione è rendere operativa la misura della manovra del 2010 che consente alle regioni meridionali di intervenire con propria legge per modificare le aliquote Irap, fino ad azzerarle, e disporre esenzioni, detrazioni e deduzioni per le nuove imprese. La novità è che le risorse per coprire le riduzioni dovranno arrivare dal Fas. L'intervento di defiscalizzazione dovrebbe completarsi con la riforma degli incentivi alle imprese che dovrà avere un obiettivo preciso: ridurre i trasferimenti a pioggia e privilegiare strumenti automatici come il credito di imposta per gli investimenti. Da ieri, inoltre, i tecnici del ministro per gli Affari regionali Raffaele Fitto sarebbero al lavoro per illustrare nel prossimo Cdm una parte degli interventi previsti dal piano Sud licenziato dal consiglio dei ministri lo scorso 26 novembre e già attuabili. Il piano, in realtà, prevedeva che già entro 30 giorni dall'approvazione si definissero, in accordo con le regioni, i primi programmi con le relative risorse.
Quanto al ddl costituzionale per agevolare «la libertà nell'iniziativa economica privata», uno schema fu già oggetto di un primo giro di tavolo al Cdm lo scorso giugno. Oltre all'articolo 41, anche l'art. 118 sarebbe oggetto di un aggiornamento. Due nuovi commi da aggiungere all'art. 41 puntano a sancire il principio che la Repubblica promuove il valore della responsabilità personale in «materia di attività economica non finanziaria». Gli interventi regolatori dello stato, delle regioni e degli enti locali che riguardano le attività economiche e sociali «si informano al controllo ex post». Quanto all'articolo 118, il ddl costituzionale inserirebbe direttamente nella Carta il riconoscimento da parte di stato, regioni ed enti locali dell'istituto della «segnalazione di inizio attività» e quello dell'autocertificazione. A tutto questo, sempre con una modifica costituzionale, si affiancherebbe un intervento per velocizzare i tempi della Pubblica amministrazione introducendo nuovi principi sulla qualità del funzionamento degli uffici. Con l'obiettivo di evitare eccessi della burocrazia. L'incognita per queste modifiche costituzionali, come noto, è rappresentata dall'iter complesso: per evitare il rischio di referendum, è necessario che nella seconda votazione di ciascuna Camera ci sia il via libera di almeno due terzi dei componenti.