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Questo articolo è stato pubblicato il 08 febbraio 2011 alle ore 23:12.
Far partire subito i cantieri, andare avanti con le liberalizzazioni e semplificazioni normative. Interventi, questi ultimi a costo zero, che potrebbero avere un impatto immediato per far ripartire l'economia. Preme per un cambio di passo Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, alla vigilia del consiglio dei ministri che deciderà alcune misure per il rilancio del paese. E si rivolge al governo: «Chiediamo iniziative concrete, che finora non sono state fatte».
Tra i punti previsti nel pacchetto governativo, la modifica di alcuni articoli della Costituzione, per favorire l'iniziativa privata. «La riforma dell'articolo 41 è positiva, ma non basta. Avrà un impatto nel tempo, invece c'è bisogno di misure che abbiano un effetto subito», ha incalzato la Marcegaglia, chiedendo che venga approvato il provvedimento Brunetta-Calderoli sulle semplificazioni: «Ci sono iniziative interessanti che riguardano l'ambiente e le procedure sugli appalti». Altro intervento, a costo zero, le liberalizzazioni: «Sono state prese decisioni che vanno nella direzione contraria, come le tariffe minime per gli avvocati e le tariffe a parcella per i trasportatori, due misure che andrebbero abolite».
È quasi tutto fermo, inoltre, sulle infrastrutture: «Su 11,5 miliardi finanziati e già stanziati dal Cipe per opere grandi e piccole ne sono stati avviati molto pochi, solo 1,5 miliardi per le grandi opere e qualche decina di milioni per quelle piccole». Con alcune modifiche sulle procedure per gli appalti, previste dal provvedimento Brunetta-Calderoli, molti cantieri, ha detto la presidente di Confindustria, potrebbero partire. Far partire i cantieri avrebbe un effetto immediato di volano sull'economia, in particolare per quelle piccole e medie imprese che ancora non riescono ad andare sui grandi mercati emergenti e per gli effetti sull'occupazione: un miliardo di investimenti, secondo l'Ance (associazione dei costruttori) genererebbe 23mila posti di lavoro.
Altra questione fondamentale per la crescita, la ricerca e l'innovazione. La Marcegaglia da tempo insiste sul rifinanziamento del credito di imposta per la ricerca, dopo il click day che ha lasciato fuori migliaia di domande delle imprese.Come nel caso delle infrastrutture, anche per la ricerca ci sono fondi stanziati che non decollano. «Bisogna far partire quanto già deciso. Ci sono 350 milioni di vecchio credito di imposta già stanziati e non ancora sbloccati. Nell'ultima finanziaria sono stati messi a disposizione 100 milioni, ma sono fermi». Semplificare è la parola d'ordine. «Solo così ci potrà essere una piccola frustata. Per dare una grande frustata all'economia ci vorrebbe una visione più ampia che fino ad oggi è mancata».