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Questo articolo è stato pubblicato il 21 febbraio 2011 alle ore 08:16.
La "porta delle lacrime" (o "degli scogli", secondo un'altra interpretazione del termine arabo), larga poco più di 30 km tra l'isolotto di Perim e la costa africana, chiude l'ingresso del Mar Rosso. Da qui passa un flusso di 3,5-4 mb/g di greggio, proveniente dal Golfo Persico e diretto soprattutto in Europa e, in minor misura, negli Usa. La rotta che circumnaviga la penisola araba, a causa del continuo estandersi dell'attività dei pirati somali – come mostra il recente sequestro della petroliera italiana"Savina Caylyn" (105mila tonnellate) e della greca "Irene" (318mila tonn) – si sta rivelando sempre più pericolosa.
Un'alternativa al traffico di petroliere è l'oleodotto da 4,8 mb/g che attraversa l'Arabia Saudita da Ras Tanura a Yanbu. Da alcuni anni, inoltre, è in continuo aumento il flusso di portacontainer che riversano l'export dell'Estremo Oriente in l'Europa. Nel 2010 si stima che nello stretto siano transitate 18mila navi commerciali.