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Questo articolo è stato pubblicato il 24 febbraio 2011 alle ore 16:35.
La ripresa globale «prosegue a ritmi molto elevati, ma non uniformi». Lo afferma il Centro studi di Confindustria, sottolineando che «l'economia italiana procede meno rapida». Tuttavia, aggiunge, l'attività industriale «ha recuperato slancio» all'inizio dell'anno. E il Pil - dice ancora il Csc, «riparte nel primo trimestre 2011, dopo il debole +0,1% nel quarto 2010».
Ripresa trainata dall'export
Il Pil italiano - aggiunge il Centro studi di Confindustria - è ripartito nel primo trimestre 2011 «dopo il debole +0,1% nel quarto trimestre del 2010». Il traino arriva principalmente dalla domanda estera mentre «resta stagnante la domanda interna». A fronte di un settore manifatturiero dove «le attese delle imprese anticipano ulteriori incrementi di attività» la dinamica dei consumi resta lenta, con i saldi invernali «deludenti», le immatricolazioni di auto "ferme" e la fiducia delle famiglie in «lieve recupero dopo la forte caduta di gennaio».
Debole il credito alle imprese
I prestiti alle imprese, aggiunge il rapporto, restano «deboli», con un calo dello 0,3% mensile a dicembre. «L'indagine Istat - sottolinea il rapport - segnala un'ulteriore stretta a gennaio delle condizioni di accesso al credito nel manifatturiero (per il 12,8% delle imprese). I dati qualitativi della Banca d'Italia mostrano maggiori difficoltà per le piccole e medie imprese: la loro richiesta di credito sale con più forza, mentre l'offerta si fa più selettiva».
Riparte l'inflazione
Il rincaro delle materie prime, sottolinea il centro studi degli industriali, fa salire ovunque la dinamica totale dei prezzi al consumo: +2,4% annuo a gennaio in Eurolandia, +4,9% in Cina, +1,6% negli Usa. In Italia i prezzi sono saliti del 2,1% a gennaio dal +1,3% di giugno. Il rincaro da petrolio (riacuitosi con le tensioni in Maghreb) è inevitabilmente marcato: +9,3% annuo i prezzi energetici al consumo in Italia (+0,4% nel febbraio 2010). Contenuta la ricaduta del caro materie prime sugli alimentari: +1,7% annuo in Italia.
Il ruolo della speculazione nei rincari del greggio
L'aumento di molte materie prime - si legge nella nota di viale dell'Astronomia - è sostenuto dall'afflusso di capitali finanziari. Scarsità anche temporanee di offerta (o tensioni geopolitiche come in Egitto e Libia) creano attese di aumenti dei prezzi, attirando investimenti che le avverano. Stime del Csc indicano che gli aumenti del petrolio e il ruolo della speculazione si rafforzano a vicenda dal 2009 come già nel 2004-2008». Inoltre, viene sottolineato che «si è indebolito il nesso tra cambio del dollaro e prezzi delle materie prime. Per il petrolio era stato forte fino al 2008: nell'attuale fase di risalita delle quotazioni, il dollaro non mostra un chiaro trend di indebolimento e ha oscillazioni molto più marcate».