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Questo articolo è stato pubblicato il 27 febbraio 2011 alle ore 16:07.
L'economia cinese crescerà fino al 2015 con un tasso annuo del 7 per cento, con un'inflazione sotto controllo e una dinamica che consentirà maggiore attenzione alla salvaguardia dell'ambiente. Sono gli obiettivi che il premier cinese Wen Jabao ha delineato tracciando il piano quinquennale 2011-2015 che avrà il compito, tra gli altri, di dare forma e sostanza a un vero mercato interno cinese.
La svolta della Cina dal modello basato sull'export a quello basato sui consumi (di S. Roach)
La Cina ora esporta anche l'inflazione (di Riccardo Sorrentino)
Crescita e sostenibilità. «Nel piano - ha detto il Wen Jabao durante una chat con cinesi di ogni parte del mondo - abbiamo concordato un obiettivo di crescita del 7%» più freddo rispetto al tasso programmato del 7,5% nel precedente piano quinquennale. Un trend che ha consetito all'economia cinese di diventare la seconda economia mondiale dopo gli Stati Uniti sorpassando quella del Giappone. «Non cercheremo mai una grande crescita economica al costo di problemi ambientali, poiché questo non sarebbe sostenibile per l'aumento del consumo delle risorse» ha aggiunto il premier cinese.
Inflazione e tassi di cambio. Wen Jabao è intervenuto, poi, anche sulla questione dell'apprezzamento costante dello yuan sostenendo che si tratta di una buona cosa per l'economia e il popolo dei cinesi e che la riforma dei cambi deve essere graduale e cauta per consentire al business di adattarsi progressivamente. La Cina, insomma, spingerà verso una riforma del tasso di cambio dello yuan assicurando la stabilità sociale, per evitare problemi alle aziende e al commercio cinesi, senza avere influenze negative sull'occupazione. Il primo ministro ha anche assicurato azioni per arginare l'inflazione: «L'aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, delle case e dei beni di prima necessità - ha
aggiunto - rappresentano al momento la principale preoccupazione del governo»