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Questo articolo è stato pubblicato il 28 febbraio 2011 alle ore 06:39.
di Maria
Bianucci Sono 50mila in tutto il mondo, studiano per lo più economia in mille e seicento università di 107 Paesi, si sentono l'animo del condottiero, vogliono avere successo, costruire il futuro, non solo il proprio. Pensano che pace e sostenibilità siano valori da declinare insieme. Si percepiscono cittadini del mondo e ritengono che essere connessi, formare una rete, scambiare informazioni ed esperienze sia indispensabile.
Sono i soci di Aiesec (Association internationale des etudiants en sciences economiques et commerciales), la più grande organizzazione di studenti universitari. Nata nel 1948 in Belgio per ristabilire rapporti tra Università che la guerra aveva interrotto, da una ventina d'anni ha la sede centrale a Rotterdam.
«In Italia - racconta Elena Gaffurini, ventiduenne bresciana al terzo anno di Economia alla Cattolica di Milano - è stata fondata in Bocconi nel 1956. Oggi ci sono 17 comitati nelle principali università mentre quello nazionale è a Milano».
Associazione indipendente gestita esclusivamente da studenti, ha come obiettivo principale quello di offrire opportunità di crescita a giovani talenti attraverso la costruzione di una fitta rete di relazioni con aziende, istituzioni, organizzazioni non governative. E naturalmente con tutti coloro che sono stati soci da studenti e che ora ricoprono cariche in aziende, multinazionali o anche in apparati governativi «come Bill Clinton e Martti Ahtisaari, premio Nobel per la pace 2008».
Due congressi internazionali all'anno (l'ultimo, a Città del Messico, si è concluso con l'elezione del nuovo presidente, l'ucraina Tatjana Mykhailiuk), quasi 500 conferenze tematiche oltre a un programma di scambio, battezzato senza troppa fantasia Exchange, che consente a quasi seimila studenti e neo-laureati esperienze lavorative all'estero presso aziende e organizzazioni partner di Aiesec. Queste in sostanza le attività dell'associazione: una sorta di piattaforma globale a disposizione di quegli studenti che "vogliono scoprire e sviluppare il proprio potenziale al fine di avere un impatto positivo sulla società". Inutile dire che per una generazione nata sotto il segno dell'interrogativo «vado o resto», gli stage sono il valore più ambìto. Possono durare dalle 6 settimane ai 18 mesi e sono interamente retribuiti. Inoltre l'associazione garantisce una completa assistenza, dalla richiesta del visto alla ricerca dell'alloggio, dalla soluzione di eventuali problemi professionali all'organizzazione del tempo libero.