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Questo articolo è stato pubblicato il 18 giugno 2011 alle ore 10:41.
L'ultima modifica è del 18 giugno 2011 alle ore 10:41.

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Carlo Cottarelli, lei è direttore del dipartimento per gli affari fiscali del Fondo monetario internazionale. A mercati aperti e integrati, quanto le asimmetrie fra i diversi regimi fiscali nazionali producono perdite relative di competitività alle aziende gravate da maggiori pesi erariali?
Le imprese multinazionali possono scegliere d'investire in economie con livelli d'imposizione fiscale più bassi a svantaggio di Paesi con tasse più elevate. Avere un fisco troppo costoso può quindi nuocere alla competitività. Ma il peso del fisco non è l'unica cosa importante nella localizzazione degli investimenti. Cercare di attrarre investimenti principalmente attraverso la leva fiscale può portare a una concorrenza pericolosa tra Paesi. La sfida, in Europa, è adottare una strategia di cooperazione, non di concorrenza, in materia di tassazione delle imprese che tenga conto dell'integrazione dei mercati globali.

Il sommerso è sempre un elemento d'inefficienza o esistono frammentazioni industriali tali per cui una leva fiscale espressa al 100% rischierebbe di fare scomparire le aziende minori?
Ridurre l'economia 'sommersa' consente di distribuire il peso del fisco più equamente, il che migliora l'efficienza economica. Ma il sistema fiscale non può ignorare che esistono diversi tipi d'impresa: molti Paesi hanno introdotto con successo sistemi semplificati di tassazione delle piccole con l'obiettivo di favorirne l'emersione e poi l'integrazione. Ciò le aiuterebbe ad avere un più facile accesso al credito bancario.

Gli attuali conti pubblici italiani rendono improponibile ogni shock fiscale favorevole all'imprenditorialità?
Nell'attuale situazione finanziaria internazionale e dato lo stato dei conti pubblici, forti riduzioni delle aliquote fiscali medie non sono ora praticabili. Dovrebbero essere finanziate da tagli di spesa: ma, per ridurre il deficit in linea con gli obiettivi europei, saranno necessari comunque tagli alla spesa pubblica nei prossimi anni. C'è però spazio per un recupero dell'evasione fiscale, che consentirebbe non solo di ridurre il disavanzo pubblico, ma anche di avere aliquote più basse. Questo potrebbe essere accompagnato da misure per modificare la composizione della tassazione. (P. Br.)

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