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Questo articolo è stato pubblicato il 01 marzo 2012 alle ore 06:43.

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AVELLINO
«Aderire alla nuova moratoria sui mutui? Ci stiamo pensando, in una fase di crisi come quella attuale le imprese, anche quelle solide, hanno bisogno di liquidità per far fronte, ad esempio, ai ritardi dei pagamenti dei clienti e per continuare a investire».
Parole di Pino Bruno, amministratore dell'omonima Srl di Grottaminarda, in provincia di Avellino: azienda che fabbrica generatori elettrici e li vende, oltre che in Italia, in 50 Paesi nel mondo. Il gruppo ha registrato nel 2011 un fatturato di 100milioni (realizzato anche con gli stabilimenti di Piacenza, Modena e Bari) con un organico di 200 dipendenti.
Non parliamo di un'azienda ostaggio delle banche, messa in ginocchio dalla crisi congiunturale, combattuta tra la chiusura e il tirare a campare, come accade per molte realtà del Sud. Eppure, anche per una società che ha i conti in ordine, che ha commesse, che esporta e vede crescere il giro d'affari, la moratoria dei debiti oggi è una opportunità.
«Non ci sono mai state chiuse linee di credito – premette l'imprenditore irpino – ma chiedere altri prestiti non è consentito. Con la moratoria potremmo liberare liquidità, quel che serve per avere maggiore tranquillità anche per affrontare i ritardi dei clienti».
La Bruno Srl, sebbene non abbia rapporti diretti con la pubblica amministrazione, fornisce i suoi generatori a imprese private che lavorano per la pa. «Riforniamo a esempio le imprese che costruiscono un ospedale o una scuola – aggiunge Pino Bruno – che vengono pagate con enorme ritardo. A questo punto dobbiamo, a nostra volta, concedere dilazioni. Oggi i nostri clienti saldano dopo 150 giorni, mentre solo un anno fa veniva almeno rispettato il tetto dei 90». E poi ci sono gli investimenti. «In un settore come quello dei generatori elettrici – aggiunge l'imprenditore – l'innovazione deve essere una costante, pertanto abbiamo necessità di contare su risorse da investire in apparecchiature e per ammodernare le strutture».
Nei prossimi giorni i tre fratelli che guidano la Bruno, Pino, Renato e Ciriaco, dovranno dunque prendere la decisione se chiedere o meno a una delle primarie banche con cui lavorano – Intesa San Paolo attraverso Banco di Napoli, Unicredit e Banca della Campania – non avendolo fatto nel 2009 con la prima moratoria, di rinviare fino alla fine del 2012 il pagamento delle rate dei mutui in essere. Un'opportunità senza dubbio – ribadisce Bruno – ma da ponderare».
Pino Bruno – che peraltro ha anche un'altra attività di commercializzazione di macchine agricole tra Campania, Puglia e Calabria – ha anch'egli un profilo particolare: imprenditore di lunga esperienza, è anche consigliere incaricato di Confindustria Avellino e consigliere della Banca della Campania. «Un'impresa – precisa – ha bisogno di credito sempre. Incontreremo i vertici delle banche di riferimento per accertarci che la richiesta di moratoria non possa poi cambiare i nostri rapporti. Intendo dire che, se poi avessimo bisogno di altri finanziamenti, non vorremmo ritrovarci a dover pagare tassi molto più alti».
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