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Questo articolo è stato pubblicato il 03 marzo 2012 alle ore 08:18.

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MILANO
Detto, fatto. Con un gesto inconsueto perchè coinvolge il Governo italiano, FederlegnoArredo e Indicam mantengono la promessa fatta e a cinque giorni dall'entrata in vigore del decreto milleproroghe che sposta al 2014 l'entrata in vigore del recepimento della direttiva europea di tutela del design d'autore, denunciano l'Italia alla Commissione europea. A loro avviso, la moratoria «legalizza i copiatori» nel campo del design per un tempo eccessivo vanificando lo scopo della direttiva che è entrata in vigore ad aprile del 2011.
Così le due associazioni hanno depositato la denuncia dello Stato Italiano alla Commissione Europea contro la conversione in legge del decreto proroga termini, «il cui articolo 22 bis - spiegano in una nota - porta la moratoria in materia di contraffazione del design da 5 a 13 anni, nonostante la normativa Comunitaria in proposito e la sentenza 27/1/2011 della Corte di Giustizia Europea che aveva già censurato la moratoria decennale».
«Non possiamo arrenderci di fronte a questa gravissima situazione - dice il presidente di FederlegnoArredo, Roberto Snaidero -. È nostro dovere difendere e tutelare le aziende associate alla Federazione che investono costantemente in innovazione di prodotto da chi invece applica strategie puramente parassitarie».
«Non possiamo permetterci di legalizzare i copiatori - aggiunge il presidente di Indicam, Carlo Guglielmi -. Copiare, contraffare, impadronirsi di diritti altrui sono comportamenti gravissimi e ancora più grave è il fatto che il governo italiano con questa moratoria li abbia legalizzati a discapito di imprese che investono decine di milioni di euro nella ricerca e occupano addetti di altissima professionalità per garantire prodotti originali e di qualità, che hanno reso grande il sistema arredo italiano nel mondo».
Dice Cesare Galli, avvocato, esperto di diritto industriale: «L'alternativa che si pone davanti all'entrata in vigore dell'ennesima proroga è tra la disapplicazione della norma o l'apertura di una nuova procedura di infrazione nei confronti del nostro Paese, che si aggiungerà a quella già avviata per la legge Reguzzoni-Versace e a quella che potrebbe seguire al ventilato accorpamento delle sezioni specializzate in proprietà intellettuale nei futuri Tribunali delle imprese, spalmati su molte più sedi giudiziarie di quelle attuali, in contrasto con l'obbligo sancito dai regolamenti comunitari 207/2009 e 6/2002 sul marchio e sul modello comunitario di attribuire la competenza in queste materie a un numero per quanto possibile ridotto di tribunali nazionali di prima e di seconda istanza».
Il rapporto tra Europa e Italia sul fronte della proprietà intellettuale rischia di diventare ancor più conflittuale.
D'altro canto l'esistenza di un distretto vero e proprio specializzato sulla replica di oggetti di alto design è una realtà radicata che risale almeno a una quindicina di anni fa. Epicentro in Toscana, soprattutto intorno a Firenze, il distretto ha epigoni anche in altre regioni tra cui le Marche e il Veneto. Con conseguenze irrazionali: ci sono Paesi dell'Unione europea in cui, proprio a causa dell'attuazione della direttiva europea, sarebbe impossibile esportare questi stessi prodotti, perchè in dogana rischierebbero il blocco per essere subito dopo destinati subito al macero come succede in Belgio, ad esempio. Una motivazione invocata dalle forze parlamentari che hanno portato all'emendamento al milleproghe poi varato definitivamente è stato quello di «preservare centinaia di posti di lavoro». Ma un fronte compatto che va dall'Adi, Associazione per il disegno industriale, Confindustria, Indicam, Assarredo, Assoluce, Fondazione Altagamma, Fondazione Valore Italia, Fondazione ADI e CNAC (Consiglio nazionale Anticontraffazione) hanno espresso il totale dissenso nei confronti di un provvedimento che viola i diritti d'autore e incentiva le copie seriali di opere di alto design.
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L'ANTICIPAZIONE

IL NODO GIURIDICO DEL DESIGN D'AUTORE

Il decreto milleproroghe ha portato da cinque a tredici anni la moratoria della protezione del diritto d'autore delle opere di design (introdotta in Italia il 19 aprile 2001 in attuazione della direttiva 98/71 CE) consentendo, in pratica, ai contraffattori che avrebbero dovuto smettere di riprodurre le opere di design il 19 aprile 2011 di riprendere la produzione e di continuarla fino al 19 aprile 2014. Sul tema della moratoria si era già pronunciata la Corte di giustizia europea in base a una rimessione pregiudiziale del tribunale di Milano su iniziativa di Assoluce-FederlegnoArredo, diretta a valutare la compatibilità delle norme italiane con la direttiva europea: con la sentenza del 27 gennaio 2011, C-168/09 la Corte ha escluso la legittimità di una normativa nazionale che escludesse o rinviasse per un decennio l'applicazione della protezione del diritto d'autore sulle opere di design