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Questo articolo è stato pubblicato il 09 marzo 2012 alle ore 07:52.

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MILANO
Favorire l'accesso al credito, accelerare il rispetto delle obbligazioni contrattuali, tagliare i costi di costituzione delle srl. Sono questi i temi operativi sui quali si è concentrata la prima riunione, ieri pomeriggio, al ministero della Giustizia, rappresentato dalla Guardasigilli Paola Severino e dai sottosegretari Andrea Zoppini e Salvatore Mazzamuto, e le delegazioni di Abi, Ania, Confindustria, Alleanza delle Cooperative, Assonime, Rete Imprese. Obiettivo: mettere in campo un pacchetto di misure da approvare nelle prossime settimane, comunque entro maggio, in grado di fare recuperare posizioni all'Italia nella graduatoria «Doing Business» stilata dalla Banca Mondiale.
L'esame si articola su 10 indicatori specifici (tra i quali starting a business; getting electricity; getting credit; enforcing contracts) che hanno la funzione di segnalare, su base comparativa, il grado di apertura di un sistema-paese all'esercizio di un'attività imprenditoriale medio-piccola. L'Italia figura da diversi anni nella posizione medio-bassa della classifica riassuntiva, ben distante dai Paesi economicamente avanzati e da molti Paesi dell'area euro. Nel rapporto 2012, all'Italia è assegnata la posizione n. 87, mentre nel 2011 il nostro paese figurava nella posizione n. 83. Di fatto la classifica «Doing Business» ha ormai assunto un peso rilevante all'interno dei circuiti economici internazionali e la scarsa performance dell'Italia ha ricadute negative anche sulla capacità di attrarre investimenti.
Per quanto riguarda l'accesso al credito, una delle voci che influiscono negativamente è quella dell'intensità della protezione dei creditori (all'Italia è accordato un punteggio di 3/10 a fronte dei 7/10 di Francia, Germania e più in generale della media Ocse). A questo proposito una linea di intervento potrebbe essere sul versante della pubblicità, attraverso l'istituzione di un database nazionale delle garanzie mobiliari (sulle orme della riforma francese del 2008), mentre un'altra sarebbe sulle caratteristiche sostanziali del regime delle garanzie (per esempio con una maggiore flessibilità nel loro utilizzo).
Sulla costituzione di una società a responsabilità limitata, tra i fattori negativi, il valore che risalta è quello del capitale minimo fissato dal Codice civile in 10mila euro. Troppi e si potrebbe peneare a una riduzione che, oltretutto, sarebbe in linea con la tendenza sovranazionale, e valorizzata dalle decisioni della Corte di Giustizia. Il modello della «società semplificata a responsabilità limitata» prevista dal decreto liberalizzazioni potrebbe, dunque, essere esteso alla generalità del tipo srl, indipendentemente dai requisiti di età anagrafica dei soci.
Infine i tempi di recupero dei crediti, la voce che più penalizza l'Italia (al 158esimo posto su 183). Evidentemente gli elementi di criticità sono rappresentati dai tempi, dai costi e dal numero delle procedure previste per ottenere l'adempimento di un'obbligazione contrattuale e il recupero di un credito. Sarebbe importante intervenire, in particolare, sul processo di esecuzione e sulla disciplina del pignoramento.
Per il direttore generale Abi Giovanni Sabatini, «il metodo di lavoro proposto basato sul confronto di settore privato e settore pubblico è elemento essenziale per garantire che le proposte formulate siano concrete e rapidamente implementabili. È apprezzabile poi il pragmatismo con cui il tavolo è partito, individuando fin dalla prima riunione i temi da affrontare, le priorità e i tempi».
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