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Questo articolo è stato pubblicato il 14 marzo 2012 alle ore 06:44.

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«Abbiamo fatto capire agli americani che era conveniente spostare tutta la produzione dei farmaci da banco (Otc) in Italia per la qualità del nostro lavoro, abbiamo presentato loro un progetto di parnership vera con le istituzioni, con il ministero della Salute, con l'Aifa, con i partiti politici di maggioranza e opposizione e siamo riusciti a convincerli. Speriamo di portare a casa entro il 2014 altri 90 milioni di nuovi investimenti e posti di lavoro». Massimo Scaccabarozzi non molla anzi rilancia. L'ad di Janssen-Cilag Italia (quartier generale a Cologno monzese, 563 milioni fatturati nel 2011 con 996 dipendenti, 13milioni investiti in ricerca e sviluppo) società del gruppo statunitense Johnsson&Johnsson scommette sull'Italia, sul sito produttivo di Borgo San Michele a Latina, uno dei sei stabilimenti di produzione farmaceutica del gruppo in Europa, insieme a quelli in Belgio, Francia, Svizzera e Irlanda.
Nel 2012 saranno investiti sull'impianto pontino 15 milioni, parte dei complessivi 60 milioni stanziati dall'azienda per il quinquennio 2009-2014. Un impegno che ha significato circa 100 nuovi posti di lavoro e raddoppio della capacità produttiva entro la fine del 2012. Ma in ballo c'è un pacchetto di risorse più pesante: «Parliamo di un impegno potenziale del gruppo sull'Italia di circa 150 milioni di investimenti entro il 2014, di cui 60 già stanziati, potrebbero quindi arrrivare nuove risorse e nuovi progetti su Latina» precisa Scaccabarozzi dallo scorso luglio alla guida anche di Farmindustria.
L'impianto di Latina produce e confeziona prodotti per la cura di patologie come l'Hiv, malattie oncologiche, l'epatite C, destinati per il 15% al mercato italiano e per l'85 % a quello estero (Usa, Ue, Australia e Giappone). Entro il 2012 la produzione passerà da 1 miliardo e mezzo di compresse a circa 3 miliardi per poi raggiungere il volume di 4,5 miliardi entro il 2014. «Lanceremo nuovi prodotti Otc e antitumorali - conferma il direttore delle risorse umane Pietro Santoro - quello di Latina è un sito di eccellenza, innovativo, il nostro cavallo di battaglia che ci fa concorrere con paesi dell'Estremo Oriente in termini di competitività e di innovazione». L'organico dello stabilimento passerà dai 350 ai circa 450 dipendenti a regime nel 2012, con un incremento del 30% del personale. «Abbiamo fatto finora circa 100 assunzioni di profili qualificati come analisti e ingegneri, qui a Latina facciamo ricerca applicata, cioè industrializzazione di formule definite altrove» precisa Santoro.
Determinante, sottolineano dall'azienda, il lavoro di squadra con le istituzioni, i tempi veloci per permessi e autorizzazioni che hanno consentito di battere la concorrenza degli altri Paesi: «Ha funzionato molto bene la collaborazione pubblico-privato, abbiamo avuto al nostro fianco le autorità e i tempi della burocrazia si sono ridotti, questo ci ha fatto vincere - spiega l'ad di Janssen - il mio obiettivo è far raggingere a Latina un massa critica produttiva tale da rendere sconveniente puntare poi su altri mercati». Ma per questo c'è bisogno anche di regole stabili, innovazione e rispetto della proprietà intelettuale. «Siamo un'azienda italiana a capitale straniero - precisa Scaccabarozzi - e credo molto nel mio Paese, voglio portare qui produzione, sviluppo e nuovi posti di lavoro».
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DATI CHIAVE

60 milioni
L'investimento
È lo stanziamento previsto dalla Janssen-Cilag a Latina per il periodo 2009/2014
100
posti di lavoro
Sono i nuovi assunti nello stabilimento laziale. Previsto
il raddoppio della capacità produttiva entro la fine del 2012
85%
L'export
È la quota dei farmaci – contro Hiv, epatite C e malattie oncologiche – prodotti nel sito italiano e destinati ai mercati stranieri (Usa, Ue, Australia, Giappone)
4,5 miliardi
La produzione
È il numero di pastiglie che saranno prodotte in Italia nel 2014. Attualmente è di 1,5 miliardi e si prevede possa crescere a 3 miliardi entro la fine di quest'anno