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Questo articolo è stato pubblicato il 17 marzo 2012 alle ore 08:18.

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GENOVA
Doccia fredda (non è ancora chiaro se definitiva) dell'Ue sulla privatizzazione di Tirrenia. L'Antitrust europeo, a quanto risulta al Sole 24 Ore, ha inviato una lettera informale al governo italiano, datata 15 marzo 2012, in cui dice «no» al percorso di privatizzazione di Tirrenia fin qui seguito.
La bordata arriva proprio quando Compagnia italiana di navigazione (Cin), la società che si è aggiudicata la compagnia pubblica, aveva trovato un accordo per modificare la propria compagine societaria, nell'ottica di uniformarsi ai dubbi sollevati dall'Antitrust in merito all'eccessiva concentrazione di armatori del settore traghetti all'interno della compagine. Dopo alcuni giorni di incontri tra i soci, si era decisa l'uscita dalla società di Gianluigi Aponte. In questo modo sarebbero rimasti in Cin solo Manuel Grimaldi (Grimaldi Group) e Vincenzo Onorato (Moby) e si sarebbe spianata la strada per un ingresso in Cin di Saremar, la società ex Tirrenia che fa capo alla Regione Sardegna. La comunicazione arrivata ieri al governo, però, scompiglia le carte. Risulterebbe, infatti, che la missiva chieda, in prima battuta, all'esecutivo quale siano le sue intenzioni su Tirrenia, visto che l'operazione, come è stata fin qui prospettata, non può essere accettata dall'Antitrust. Che Bruxelles fosse sul punto di dire no alla privatizzazione era noto: nelle scorse settimane, il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, aveva prospettato questa eventualità. E proprio per questo Cin aveva puntato su una modifica dell'assetto societario, con l'uscita di Aponte. Ma non ci si aspettava un pronunciamento della Ue così veloce. In sostanza, la lettera di Bruxelles sottolinea che la corretta procedura per la liberalizzazione di Tirrenia, consiste nella vendita separata delle navi e delle singole rotte sottoposte a convenzione governativa. Risulterebbe, inoltre, che l'Antitrust chieda anche la restituzione dei contributi (per circa 400 milioni di euro) ricevuti dalla società, appunto per le rotte di servizio pubblico alle isole. La missiva, infine, critica anche le modalità di privatizzazione di Siremar, la società regionale ex Tirrenia che opera i collegamenti con le isole della Sicilia, acquisita da Compagnia delle isole, che fa capo a Salvatore Lauro.
A conferma della gravità della situazione, che pone un'ipoteca sul futuro di 1.500 lavoratori, arriva la reazione della Federmar-Cisal che, in una nota, scrive che l'Antitrust europeo, «proprio in queste ore risulta abbia già deciso di rigettare il contratto di compravendita» di Tirrenia da parte dell'acquirente Cin «e di mettere a gara internazionale le sole tratte non in concorrenza». Federmar annuncia «una prima giornata di sciopero del personale» di Tirrenia, per il 29 marzo «in assenza di novità e/o assicurazioni» da parte del premier Monti e del ministro Passera, sul destino della società di navigazione. Preoccupazione anche da Luigi Simeone, segretario genarle di Uiltrasporti.
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