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Questo articolo è stato pubblicato il 21 marzo 2012 alle ore 06:45.

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GENOVA
«Penso che il Governo non voglia "spacchettare" Tirrenia. Ma bisogna vedere i fatti». Vincenzo Onorato, patron di Moby, uno degli armatori che hanno creato Compagnia italiana di navigazione (Cin), la compagine che si è aggiudicata Tirrenia, è molto cauto. Pronuncia poche e misurate parole che danno, però, la sensazione che qualche passo avanti si stia facendo, rispetto alla lettera dell'Antitrust europeo, arrivata nei giorni scorsi al ministero dello Sviluppo e delle infrastrutture. Un documento informale nel quale Bruxelles stigmatizza il progetto di privatizzazione della compagnia di navigazione pubblica e suggerisce di annullare la gara e di procedere alla vendita separata delle navi e delle rotte soggette a convenzione con lo Stato.
«Di certo – aggiunge Onorato – siamo arrivati al 90° minuto della partita. Vedremo se (all'interno del governo, ndr) intendono rinnovare il contratto per l'acquisizione della compagnia e poi decideremo cosa fare». L'armatore si mostra distaccato ma il tono, ancorché preoccupato, è di chi ha inteso che l'intenzione dell'esecutivo e del ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, è proprio quella di salvare, sia pure con alcuni aggiustamenti, l'impianto generale della privatizzazione di Tirrenia, confermando l'aggiudicazione a Cin. E consentendo al commissario straordinario della compagnia statale, Giancarlo D'Andrea, di sottoscrivere oggi (ultimo giorno utile per farlo) la proroga del contratto per l'acquisizione di Tirrenia. A rendere palese le intenzioni del governo sono le riunioni tra tecnici del ministero che si sono susseguite nel corso della giornata di ieri.
Fonti vicine al Governo, confermano che «c'è un rapporto costante tra esecutivo italiano e Commissione Ue sulla questione Tirrenia» e che il ministero delle Infrastrutture sta cercando di «portare avanti soluzioni che tengono conto della complessità della situazione». L'obiettivo è arrivare, entro oggi, a una soluzione che «contemperi le esigenze industriali dell'operazione con quanto prevedono le normative europee». Insomma, il Governo ritiene di riuscire a trovare una accordo che convinca l'Antitrust a non irrigidirsi sulla richiesta di annullamento della gara, grazie a una serie di correttivi all'impianto della privatizzazione, sorretti dallo stesso esecutivo. Il primo di questi è l'uscita (già avvenuta, anche se per ora solo informalmente), dalla compagine di Cin, di Gianluigi Aponte (proprietario di Grandi navi veloci e Snav). Una mossa pensata per ridurre la concentrazione (criticata dalla Ue) di armatori di traghetti all'interno della società (oltre ad Aponte, ci sono Onorato e Manuel Grimaldi, a capo di Grimaldi Group). Altro punto focale è la necessità di persuadere Bruxelles a non riversare sull'acquirente della compagnia la richiesta di restituzione dei contributi statali ottenuti, negli anni, da Tirrenia e ritenuti illegali dalla Ue (si tratta di 300-400 milioni). Ma, per far questo, il governo deve convincere il commissario per la Concorrenza, Joaquin Almunia, che l'arrivo di Cin spezza la continuità con la precedente gestione di Tirrenia. Fatto di cui l'Antitrust è tutt'altro che persuaso. In ogni caso, i tecnici del Governo sono convinti di riuscire a trovare una soluzione.
Sulla questione ieri sono intervenuti il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, quello della Provincia, Luigi Cesaro, e il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. «È necessario – si legge in una nota congiunta – che il Governo e il ministro Passera, convochino al più presto un tavolo istituzionale nazionale su Tirrenia. È indispensabile salvaguardare l'unità dell'azienda e i suoi livelli occupazionali».
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LE TAPPE
La privatizzazione
È stata avviata nel 2008 ed è partita con una gara, finita senza assegnazione, in cui la compagnia veniva venduta insieme alla società regionale Siremar. In seguito Tirrenia è stata commissariata e rimessa a gara da sola. Nel 2011 è stata assegnata a Cin
L'acquisizione
Costerà agli armatori che compongono Cin 380 milioni. Ma consentirà loro di avere sovvenzioni, per le rotte di continuità territoriale, pari a 72 milioni annui per 8 anni. Con la società saranno acquisite le 18 navi della flotta e i quasi 1.500 lavoratori che prestano servizio