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Questo articolo è stato pubblicato il 23 marzo 2012 alle ore 08:01.

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Se tutto andrà come nelle intenzioni del Governo, per vedere l'effetto delle liberalizzazioni approvate definitivamente ieri basterà una passeggiata in città: più taxi e bus per strada, più farmacie, meno distributori di carburante piccoli e obsoleti con un aumento di nuovi impianti e della concorrenza, prodotti di ogni genere anche in edicola, più farmacie, maggior assortimento nelle parafarmacie. Si vedranno più giovani indaffarati: ora possono aprire società a responsabilità limitata con un solo euro di capitale sociale. Forse chi gira in auto e in moto guiderà più tranquillo, controllato dalla scatola nera.

Alcune novità non saranno visibili per strada. Per esempio, l'efficienza di servizi pubblici locali messi a gara e la concorrenza sul gas. O trasparenza e risparmi quando ci si rivolge a un professionista. Si dovrà poi andare in tribunale per apprezzare la maggior tutela dei consumatori: allargamento delle condizioni per la class action (prima gli interessi da tutelare dovevano essere identici, ora solo omogenei, anche se già la giurisprudenza si stava muovendo in questa direzione). E, per far dichiarare vessatoria una clausola contrattuale, basterà l'Antitrust: non sarà più necessario il ricorso al giudice.

Se la tutela del consumatore si allarga, le imprese avranno più obblighi, sanzioni e cause perse. In compenso, nasceranno i Tribunali delle imprese, cioè 21 sezioni specializzate (una per ogni capoluogo di regione, esclusa Aosta e con l'aggiunta di Brescia e Catania) nelle controversie tipiche nelle aziende.

Questa, però, è solo una città ideale. Le liberalizzazioni funzioneranno solo con provvedimenti attuativi chiari, controlli seri e collaborazione da parte di tutti gli interessati. Speriamo.

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