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Questo articolo è stato pubblicato il 23 marzo 2012 alle ore 06:44.

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VERONA
È sempre l'export a fare la differenza. Le previsioni per il primo trimestre 2012, nell'indagine congiunturale di Confindustria Verona, mostrano un distacco ormai consolidato fra l'andamento del mercato interno e quello estero. L'attesa di ordini domestici si contrae, rispetto al primo trimestre 2011, dello 0,78%, mentre è positiva l'aspettativa per gli altri mercati (+1,56%).
«Il manifatturiero veronese rispecchia le difficoltà della situazione generale – dice Carlo Savoia, presidente di Unika, società con sede a Cologna Veneta, leader nella produzione di cavi per automazione, ma con diversificazioni che vanno dal settore navale e ferrovie al petrolchimico e off shore –. Il 70% del nostro fatturato (30 milioni fra produzione e distribuzione, ndr) deriva dall'estero, e la Germania anche a detta dei nostri partner ha un ruolo determinante. È grazie alle esportazioni che Unika lo scorso anno ha incrementato il fatturato del 28% rispetto al 2010. Investiamo molto in ricerca e sviluppo e in certificazioni internazionali per poter lavorare con i diversi Paesi e offrire prodotti realmente competitivi».
Diverso settore ma analoghe conclusioni: «Sul mercato interno assisteremo a un'ulteriore stretta nei consumi, determinata in parte dall'aumento dell'Iva», riferisce Raffaele Boscaini, a capo del raggruppamento agroalimentare di Confindustria Veneto e direttore marketing di Masi Spa, l'azienda di famiglia, che chiude il 2011 con un fatturato di 66 milioni (erano 64 nel 2010), 61 dei quali riconducibili all'export, al quale è destinato il 91% dei 12 milioni di bottiglie prodotte dalle 10 aziende del gruppo.
I segnali di indebolimento rilevati dall'indagine congiunturale mostrano come nel periodo ottobre-dicembre 2011, per la prima volta dopo sette trimestri consecutivi, la produzione abbia frenato lungo il sentiero della ripresa lasciando sul campo un -0,16% rispetto al 2010: segnale negativo, ma anche di sostanziale tenuta rispetto al contesto. L'occupazione si mantiene mediamente stabile, come dichiara il 57% delle imprese. Moderatamente positiva, invece, la performance dei servizi: produzione e prospettive sono in crescita.
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