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Questo articolo è stato pubblicato il 24 marzo 2012 alle ore 08:17.

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Non ha retto alla vergogna di non poter pagare gli stipendi ai dipendenti e all'incertezza sulla sua capacità di garantire un futuro al figlio e alla compagna. Strozzato dai debiti, un imprenditore quarantaquattrenne di Cepagatti, grosso centro del Pescarese, si è impiccato nell'azienda che era la sua seconda casa, nella quale aveva investito denaro e riposto tante aspettative.
A trovarlo, all'alba, sono stati i dipendenti che al suo fianco combattevano da mesi contro una crisi che aveva messo in ginocchio l'attività, una piccola azienda specializzata nella costruzione di infissi di cui il quarantaquattrenne era titolare con un socio.
«Questa drammatica vicenda è sintomo di una situazione gravissima legata in particolare alle Pmi», ha affermato il direttore regionale della Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa, Graziano Di Costanzo.
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