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Questo articolo è stato pubblicato il 26 marzo 2012 alle ore 12:48.

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Rick SantorumRick Santorum

Mark Thoma recentemente ha sorpreso Kevin Hassett, un economista dell'American Enterprise Institute, con le mani nel sacco. Sul suo blog Economist's View Thoma ha segnalato un editoriale online per la National Review dove Hassett scrive: «Non è un caso che il settore privato stia decollando ora che gli stimoli di bilancio si stanno gradualmente ridimensionando […] dopo anni di incertezze sulle politiche di Obama, l'attività economica repressa sta finalmente per trovare sfogo. Questo stallo politico è stato un dono del cielo».

Thoma replica citando uno scambio di battute in occasione di un'audizione parlamentare nel febbraio del 2001, in cui Hassett diceva: «Gli economisti che hanno studiato la questione sono rimasti abbastanza sopresi nello scoprire che le politiche di bilancio durante le recessioni hanno un ragionevole livello di efficacia. Il problema è soltanto che provano a sferrare un primo colpo, ma senza la necessaria determinazione, e che generalmente le misure grosse arrivano solo quando la recessione è già in pieno svolgimento. Perciò, se in passato la politica di bilancio non è bastata a farci uscire dalla recessione è stato perché abbiamo rimandato troppo».

Nessuna sorpresa. Ma la chicca scovata da Thoma mi fa pensare: che cos'altro ci vuole perché gli intellettuali moderati e ragionevoli della destra si rassegnino all'idea che il Partito repubblicano non è più un posto adatto per loro?
Perché queste persone esistono, o quantomeno esistono queste posizioni. Si può pensare che ci sia troppo Stato sociale senza per questo ritenere che i disoccupati siano solo gente che non ha voglia di lavorare; si può pensare che una politica monetaria o di bilancio più interventista sia un errore senza per questo professare teorie macroeconomiche medievali. Naturalmente io non sono d'accordo, ma riesco a concepire che una persona ragionevole possa avere opinioni del genere.

Ma non sono queste le opinioni che prevalgono, o che sono considerate anche solo marginalmente accettabili, nel Partito repubblicano odierno. Il Great Old Party dei nostri giorni sulle tematiche sociali è il partito di Rush Limbaugh e Rick Santorum, sulle tematiche economiche è il partito di Ron Paul e Arthur Laffer. Chiunque abbia ambizioni politiche da quelle parti non osa mettere in discussione queste idee; i tentativi di difendere Mitt Romney sono basati esclusivamente sulla teoria, o forse sulla speranza, che tutto quello che dice è una bugia (un presupposto tutt'altro che infondato, in ogni caso).

E no, non c'è niente di comparabile sull'altro versante. Sì, anche Obama gioca con le parole qualche volta, ma nelle parole e nei fatti è un politico moderatamente di sinistra e leggermente interventista in economia, uno che né la sinistra né, a essere onesti, la destra moderata dovrebbe trovare particolarmente allarmante.
Quando si decideranno i conservatori ragionevoli ad abbandonare la nave? David Frum, editorialista ed ex consulente del presidente George W. Bush, e Bruce Bartlett, ex consulente del presidente Ronald Reagan, lo hanno fatto, ma gli altri?

Ovviamente è possibile che le persone che noi consideriamo ragionevoli in realtà non lo siano. Certi blogger presunti libertarians hanno fatto uno scivolone difendendo la vergognosa proposta di legge della Virginia sull'obbligo di ecografia transvaginale prima di un aborto e gli insulti sessisti di Rush Limbaugh, rivelando così che tutta questa presunta ragionevolezza in realtà è soltanto una facciata.
Ma io credo che sia soprattutto un problema di cinismo e ambizione, che dietro ci sia la volontà di non compromettere possibili incarichi e posizioni di potere riconoscendo pubblicamente che questo non è più il Partito repubblicano di una volta.

© 2012 New York Times
(Traduzione di Fabio Galimberti)

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