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Questo articolo è stato pubblicato il 24 aprile 2012 alle ore 16:10.

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La comprensione del fenomeno della crescita di recupero (catch-up growth) è essenziale per rispondere a questa domanda. Gli investimenti diretti stranieri hanno reso più semplice per i paesi emergenti assorbire e adattare le migliori prassi della tecnologia creata dalle economie avanzate. La rivoluzione nel campo dell’informazione, che garantisce un accesso migliore alla conoscenza e ne permette una migliore diffusione, ha accelerato il processo.

Dopo aver creato le istituzioni fondamentali di un’economia di mercato e dopo aver imparato come evitare seri errori di carattere macroeconomico, i paesi emergenti hanno iniziato a beneficiare della crescita di recupero. I paesi con investimenti a tasso elevato, situati per la maggior parte nell’Asia orientale, sono cresciuti più rapidamente dei paesi con investimenti a un tasso inferiore, ma, complessivamente, la crescita di recupero ha accreditato dai 2 ai 4 punti percentuali a molti paesi emergenti ed in via di sviluppo. Allo stesso tempo, la diminuzione della crescita demografica ha dato un punto in più al ritmo di crescita del reddito pro capite.

Questo trend continuerà, molto probabilmente, per un altro paio di decenni a seconda della fase in cui si trovano determinati paesi. E’ pur vero che la crescita di recupero deriva più facilmente dal settore manifatturiero che da altri settori, un aspetto enfatizzato recentemente da Dani Rodrik dell’Università di Harvard, e potrebbe darsi che una buona parte di questa crescita sia già stata esaurita proprio all’interno del settore manifatturiero dalle aziende con la migliore prestazione nei paesi emergenti.

Ma c’è ancora una grande spazio interno per la crescita di recupero grazie all’aumento della competitività delle aziende interne meno efficienti nei confronti di quelle più efficienti. Inoltre, la dispersione del fattore di produttività complessiva (ovvero la produttività del lavoro sommata a quella del capitale) all’interno dei paesi emergenti sarebbe decisamente consistente, mentre anche settori come l’agricoltura, l’energia, il trasporto ed il commercio sembrano avere un buon potenziale di crescita di recupero tramite la tecnologia di importazione, il know-how istituzionale ed i modelli organizzativi.

Ovviamente, eventuali turbative economiche temporanee, un peggioramento degli squilibri dei pagamenti globali o eventuali errori legati alla politica macroeconomica potrebbero indebolire la crescita globale. Ma il differenziale di convergenza di base derivato dalla crescita di recupero continuerà, molto probabilmente, a ridurre la differenza di reddito tra le vecchie economie avanzate ed i mercati dei paesi emergenti.

L’Unione Sovietica non è mai stata capace di creare le istituzioni adatte a favorire una crescita economica di recupero. D’altra parte il Giappone ha invece iniziato a rallentare subito dopo essere riuscito a rimettersi in pari. La Cina, l’India, il Brasile, la Turchia e altri paesi potranno anche avere aziende che operano con la tecnologia più avanzata a livello mondiale, ma continuano ad avere un enorme potenziale di recupero inutilizzato.

Più questi paesi riusciranno ad investire garantendo, allo stesso tempo, una stabilità macroeconomica e la sostenibilità della bilancia dei pagamenti, più rapidamente riusciranno ad adottare una miglior tecnologia e ad implementare dei migliori processi di produzione. Senza dubbio, il processo di convergenza rallenterà, ma non è ancora il momento.

Kemal Derviº è Vice Presidente del Global Economy and Development program presso il Brookings Institution, ex Ministro per gli Affari Economici della Turchia ed ex Presidente Esecutivo del United Nations Development Program (UNDP).

Copyright: Project Syndicate, 2012.www.project-syndicate.orgVIDEO: Per altre opinioni di Kemal Derviº sul futuro della crescita globale, scaricate il video cliccando su questo link: 

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