Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 05 giugno 2012 alle ore 12:22.

My24


KIEV – La politica e lo sport formano spesso un mix esplosivo, come dimostra la controversia che ora ruota attorno ai Campionati europei di calcio 2012, co-ospitato dall’Ucraina e dalla Polonia. La cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso e altri leader dell’Unione europea hanno affermato che boicotteranno le partite che si terranno in Ucraina, a causa dell’incarcerazione dell’ex primo ministro Yulia Tymoshenko e di altri politici all’opposizione.

Perché, a due decenni dalla fine del comunismo e dall’indipendenza dell’Ucraina, il Paese resta impantanato nel torpore economico e in una politica autoritaria che suscita una tale ira in Europa? Quando un Paese come l’Ucraina si sviluppa lentamente e resta povero, non è a causa di un disastro naturale o per la limitata disponibilità delle risorse. La colpa è delle pessime politiche perseguite dai pessimi governi.

Contrariamente a quanto pensano molti economisti occidentali, i peggiori fallimenti economici non sono il risultato di mercati liberi andati in tilt, ma dell’eccessiva concentrazione di potere politico. Per assicurarsi contro le peggiori catastrofi umane ed economiche, devono essere introdotti dei limiti al potere politico e deve essere posto in essere un sistema di controlli e contrappesi.

La divergenza di crescita economica nel lungo periodo tra i Paesi co-ospitanti degli Europei 2012 ne è la prova. Il Pil della Polonia è quasi raddoppiato negli ultimi 20 anni, mentre l’Ucraina mantiene a malapena il livello di produzione registrato durante l’ultimo anno di socialismo. In generale, i Paesi dell’Europa centrale e orientale hanno registrato performance economiche migliori rispetto ai Paesi dell’ex Unione Sovietica (ad eccezione degli Stati baltici).

La crescita economica non riguarda solo la qualità della vita, ma anche la quantità. I tassi di mortalità infantile hanno evidenziato un calo in tutti i Paesi dell’Europa centrale negli ultimi 20 anni, soprattutto in Polonia, dove il tasso è sceso da 17 per 10.000 nati vivi a sette. Nella Repubblica ceca e in Slovenia, l’aspettativa di vita è aumentata da 71 a 77, simile a quella di altri Paesi dell’Europa centrale.

In Ucraina, invece, i tassi di mortalità relativi ai bambini sotto i cinque anni sono scesi solo leggermente, passando da 25 per 10.000 nati vivi a 24, mentre l’aspettativa di vita è calata da 70 anni a 68. La stessa stagnazione vale per la Russia.

I dati nel post-comunismo dimostrano che i Paesi che hanno conseguito con maggiore successo delle riforme sono anche i più democratici – anzi, democratici come altri Paesi dell’Occidente. I peggiori risultati economici nella regione sono stati riscontrati in quei Paesi che si sono scostati dalla democrazia.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi