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Questo articolo è stato pubblicato il 03 luglio 2012 alle ore 12:39.

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Obama contro Romney sul LavoroObama contro Romney sul Lavoro

BERKELEY – Negli Stati Uniti si è appena concluso il terzo anno di ripresa economica, ma il tasso di disoccupazione rimane superiore a 8%, e vi sono preoccupanti segnali di rallentamento. Dunque nessuna sorpresa che il lavoro sia diventato uno dei punti principali della campagna presidenziale – o che i candidati abbiano idee molto diverse su come rilanciare l’occupazione.

Lo scorso autunno, il Presidente Barack Obama ha proposto l’American Jobs Act (AJA), un pacchetto di misure fiscali da 450 miliardi di dollari finalizzate alla creazione di posti di lavoro. L’AJA pari a circa il 3% del PIL è stato progettato per entrare in vigore nel 2012, fornendo una spinta tempestiva dell’occupazione e l’assicurazione per il recupero degli Stati Uniti contro le turbolenze mondiali. In passato, la maggior parte dei suoi provvedimenti aveva goduto di un appoggio bipartisan; i tagli fiscali hanno costituito il 56% circa dei costi totali; ed il finanziamento di questo pacchetto è stato incluso all’interno del programma a lungo termine di riduzione del disavanzo di Obama.

Diversi economisti indipendenti sono arrivati alla conclusione che il piano di Obama darebbe un supporto significativo al mercato del lavoro nel 2012- 2013. In effetti, due degli esperti in previsioni più rispettati del paese hanno previsto che l’AJA comporterebbe la creazione di 1.3 – 1.9 milioni di nuovi posti di lavoro per il 2012, e più di due milioni entro la fine del 2013. Il non fazioso Congressional Budget Office (CBO) ha anche riscontrato che la maggior parte delle politiche dell’ AJA hanno avuto dei buoni risultati in termini di efficacia di bilancio, misurata dal numero di posti di lavoro creati nel 2012-2013 per dollaro di costo di bilancio.

L’AJA è stato boicottato dai Repubblicani al Senato, e la Camera dei Rappresentanti, controllata dai Repubblicani, ha impedito, allo stesso modo, che si giungesse ad una votazione del disegno di legge. Mitt Romney, l’attuale candidato repubblicano alle presidenziali, ha attaccato il piano come semplice incentivo che andrebbe a gettare un bicchiere di benzina sulla brace della ripresa. Alla fine, Obama, forte dei sondaggi che approvano il suo piano, si è aggiudicato il passaggio parziale di due politiche dell’AJA: il taglio di un terzo delle tasse sui salari dei lavoratori dipendenti (aveva proposto il taglio della metà), e l’estensione delle indennità di disoccupazione di circa il 60% di quanto aveva raccomandato.

Ma il Congresso non ha approvato il taglio del 50% delle imposte sui salari pagate dei datori di lavoro – una decurtazione fiscale a favore delle imprese che molti Repubblicani hanno favorito in passato e che presenta un elevato grado di efficacia di bilancio. Né il Congresso è riuscito ad approvare i 30 miliardi di dollari di sovvenzioni federali da destinare agli stati in modo che questi fossero in grado di occupare i circa 135 mila insegnanti, poliziotti, e vigili del fuoco, nonostante il forte sostegno degli elettori. Tali contributi, tra il 2009 ed il 2011, pari a 130 miliardi di dollari, hanno consentito agli stati di mantenere servizi essenziali e di conservare i lavoratori pubblici che li forniscono.

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