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Questo articolo è stato pubblicato il 11 settembre 2012 alle ore 19:05.

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CAMBRIDGE – Nel 2000, 189 Paesi hanno adottato all'unanimità la , che ha definito una serie di obiettivi denominati . Lo scopo è conseguire questi ambiziosi propositi – tra cui, dimezzare la povertà estrema, ridurre il tasso di mortalità materna di tre quarti, raggiungere l’istruzione elementare universale e arrestare e iniziare a ridurre la diffusione dell’HIV/AIDS – entro la fine del 2015. Con l’avvicinarsi della scadenza, gli esperti dello sviluppo si stanno confrontando con un nuovo interrogativo: cosa succederà dopo?

Anche se è praticamente certo che molti degli OSM non saranno raggiunti entro la fine del 2015, va detto che in alcuni settori sono stati ottenuti risultati importanti. Ad esempio, l’obiettivo di dimezzare la povertà estrema (misurata in base al numero di persone che vivono con meno 1,25 dollari al giorno) sarà probabilmente raggiunto in anticipo, soprattutto grazie all’eccezionale crescita della Cina.

Al tempo stesso, nulla sembra sottintendere un rapporto di causa-effetto tra tale fenomeno e gli OSM. La Cina ha attuato una serie di misure politiche che hanno dato vita al più vasto programma di eliminazione della povertà della storia, ancor prima e a prescindere dalla Dichiarazione del Millennio e dagli OSM.

Chiaramente, però, e senza voler sminuire il loro contributo, gli OSM sono stati un trionfo sul piano delle pubbliche relazioni. Come tutte le valide iniziative di comunicazione, gli OSM sono serviti a sensibilizzare, stimolare l’attenzione e mobilitare l’azione, il tutto per una buona causa. Hanno avuto il merito di allargare il dibattito sullo sviluppo a livello globale e definirne i termini, ed è dimostrato che sono riusciti a far sì che i paesi più avanzati si occupassero di più di quelli poveri.

In realtà, forse l'impatto più evidente l'hanno avuto sui flussi di aiuti dai paesi ricchi ai paesi poveri. per il Center for Global Development di Washington DC, suggerisce che gli OSM non solo hanno fatto aumentare i flussi di aiuti, ma li hanno anche dirottati verso paesi più piccoli e ancora più poveri, e verso ambiti specifici quali l’istruzione e la salute. Tuttavia, essendo mancato un collegamento diretto tra aiuti, performance e risultati, è assai difficile sapere se essi hanno avuto l’impatto complessivo desiderato.

Gli OSM comprendono otto obiettivi, ventuno target e sessanta indicatori. L’impiego di questi target e indicatori numerici ha sollevato numerose polemiche poiché, a detta degli scettici, sono specificati e misurati in maniera incorretta, e distolgono l’attenzione da altre aree altrettanto importanti. Queste critiche, però, non colgono il nocciolo della questione. In ogni intervento concreto e implementabile si deve poter monitorare i risultati, e il modo migliore per farlo è stabilire dei target numerici chiari.

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