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Questo articolo è stato pubblicato il 28 gennaio 2013 alle ore 17:27.

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In realtà non c’è nulla di veramente nuovo rispetto all’impegno di eliminare la fame. La FAO è stata infatti creata nel 1945 proprio per avere un mondo libero dal bisogno, che nelle parole dei suoi fondatori significa la sconfitta della fame e la conquista dei bisogni basilari per una vita decente e dignitosa.

A causa della diffusa paura negli anni del dopoguerra di un possibile insorgere di periodi di penuria alimentare, la FAO e la comunità internazionale nel suo insieme, si concentrarono principalmente sulla produzione alimentare - un’attenzione che rimase sostanzialmente immutata nei decenni successivi. E quegli investimenti produssero buoni risultati: nonostante infatti la straordinaria crescita della popolazione mondiale - dai 2,5 miliardi del 1945 ai sette miliardi di oggi - la disponibilità di cibo pro capite è cresciuta di oltre il 40%.

Il problema tuttavia è che la fame continua a persistere su vasta scala, per cui la nostra attenzione va ora posta su l’accesso universale ad una quantità di cibo adeguato. Questa dovrebbe essere la priorità assoluta dei governi ed un obiettivo di ogni cittadino di questo mondo.

Per rompere il circolo vizioso di fame e malnutrizione occorre affiancare agli interventi per lo sviluppo agricolo e rurale (più del 70% delle popolazioni che soffrono di insicurezza alimentare vivono nelle zone rurali dei paesi in via di sviluppo) gli investimenti in altri programmi sociali e produttivi, come per esempio trasferimenti finanziari modesti ma regolari alle famiglie più povere. Con l’adozione di politiche appropriate, la crescita della domanda di cibo creata da questi trasferimenti di denaro, oltre che da programmi di pasti scolastici e di supplementi nutrizionali per le madri e per i bambini, potrebbe creare opportunità per i piccoli agricoltori di espandere la propria produzione e migliorare le proprie condizioni di vita.

Lo scorso giugno il Segretario Generale dell’ONU Ban Ki-moon ha lanciato alla Conferenza sullo Sviluppo Sostenibile Rio+20 la Sfida Fame Zero. La FAO ha fatto propria questa sfida e ha stabilito come proprio obiettivo l’eliminazione della fame. Aspetto con fiducia un progressivo allargamento del numero di governi membri che si impegnano ad agire per porre fine al più presto alla fame e alla malnutrizione all’interno delle proprie frontiere - e ad aiutare altri paesi a raggiungere lo stesso obiettivo.

Non è mai troppo tardi per porre fine alla fame, una volta per tutte. Adesso è venuto il momento di farlo.

José Graziano da Silva è il Direttore Generale della FAO, l’Organizzazione delle Nazione Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura.

Copyright: Project Syndicate, 2013.

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