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Questo articolo è stato pubblicato il 21 marzo 2013 alle ore 16:26.

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Il trattamento della tubercolosi richiede la somministrazione di un numero minimo di tre farmaci per almeno sei mesi, nulla a che vedere con una terapia antibiotica, ad esempio, per un'infezione urogenitale, che dura al massimo poche settimane. Di conseguenza, l'aderenza alla terapia tende a essere debole, e ciò aumenta il rischio di sviluppare una tubercolosi multi-resistente (MDR-Tb), che non può più essere curata con i regimi terapeutici convenzionali. Attualmente, sono circa 50 milioni le persone infettate da bacilli tubercolari multi-resistenti.

Sebbene possibile, curare una Tbc multi-resistente è un'impresa abbastanza ardua, che richiede un percorso di cura di circa due anni e l'utilizzo di farmaci meno efficaci e innocui di quelli tradizionali, ma molto più costosi. Se però nei Paesi ricchi è spesso il sistema sanitario nazionale a farsi carico di questi costi aggiuntivi, in quelli poveri ciò porta all’insufficienza o alla non disponibilità delle cure.

Inoltre, in 85 Paesi, è stata diagnostica una forma di tubercolosi estensivamente resistente ai farmaci (XDR-Tb), che è praticamente incurabile. Di fatto, la resezione chirurgica delle aree polmonari lesionate è oggi una terapia molto adottata nei casi di XDR-Tb. Bentornati nell'era pre-antibiotica!

Dunque, la questione non riguarda la necessità di nuovi farmaci, vaccini e diagnostica, bensì la loro disponibilità. Il nuovo test GeneXpert è in grado di diagnosticare non solo la Tbc comune, ma anche, nella stessa fase, la sua forma multi-resistente, e ciò implica la possibilità d'intervenire in modo più rapido e focalizzato, e di prevenire l'infezione dei contatti – un'autentica svolta, dunque. Purtroppo, essendo costoso e sofisticato, questo test è fuori dalla portata di molti Paesi poveri.

Attualmente, un certo numero di altri farmaci – alcuni nuovi, altri riproposti – sta completando i trial clinici e, tra questi, le autorità statunitensi hanno già approvato un nuovo farmaco per il trattamento della MDR-Tb. Il test effettuato per verificare l'efficacia del primo, potenziale vaccino non è, però, andato a buon fine, e questo significa che le novità positive dell’ultimo decennio rappresentano solo un barlume di speranza.

La strada da percorrere è ancora lunga e solo aumentando i fondi destinati alla ricerca si potranno ottenere risultati di ricerca importanti in tempi brevi. Purtroppo, essendo troppo deboli gli incentivi del settore privato, si dovranno tentare nuovi approcci, come delle collaborazioni tra enti di ricerca pubblici e settore privato. Se da un lato è importante realizzare studi clinici sui farmaci e sui vaccini più promettenti, dall'altro bisogna saper ripartire da zero e adottare strategie completamente nuove.

Oggi i fondi stanziati annualmente per la ricerca sulla Tbc ammontano a circa 500 milioni di dollari, ma in realtà ne servirebbero oltre due miliardi. Tale importo potrà sembrare poco realistico per quanto elevato, ma non è che una quota marginale rispetto ai circa 160 miliardi di dollari spesi in tutto il mondo per la ricerca in campo sanitario. Per di più, l'onere economico della tubercolosi è stimato in circa 20 miliardi di dollari all'anno, una cifra che diventa ancora più elevata se si considerano le perdite di capitale umano.

Continuare a subire tali perdite può dare l’impressione di un piccolo risparmio nel breve periodo, ma è senz’altro più saggio investire il necessario oggi per non dover pagare un prezzo molto più alto domani.

Traduzione di Federica Frasca

Stefan H.E. Kaufmann è professore di immunologia e microbiologia presso la clinica universitaria Charité di Berlino e direttore fondatore dell'Istituto Max Planck per la biologia delle infezioni.

Copyright: Project Syndicate, 2013.

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