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Questo articolo è stato pubblicato il 18 luglio 2013 alle ore 19:01.

Un mondo fatto di vulnerabilità

Similarmente, in seguito alla crisi economica globale, i prezzi dei prodotti alimentari sono arrivati alle stelle, mentre la recessione ha obbligato la FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) a rivedere le stime relative alla fame che riguardano ora . Considerando la definizione tradizionale della FAO di fame cronica, queste stime in aumento rappresentano un atto di accusa nei confronti degli sforzi globali mirati alla riduzione della povertà.

La maggior parte degli adulti nei paesi in via di sviluppo devono lavorare solo per sopravvivere. Oltre ai poveri che lavorano, nel 2008-2009 altri 215 milioni di lavoratori a livello mondiale sono scesi al di sotto della soglia di povertà a causa della grande recessione, mentre un altro 5,9% (pari a 185 milioni di lavoratori) sono arrivati a dover vivere con meno di 2 dollari al giorno. Le 330 milioni di donne lavoratrici stimate al di sotto della soglia di povertà nel 2008-2009, rappresentavano il 60% circa dei 550 milioni di lavoratori poveri a livello mondiale.

Le nuove stime prodotte dall’ILO (Organizzazione internazionale del lavoro), basate su una metodologia diversa da quella utilizzata dalla BancaMondiale, , se da un lato il numero degli individui classificati come lavoratori poveri a livello mondiale ha subito una riduzione di 150 milioni di individui dal 2000 al 2001 (dal 2,4% dei lavoratori al 14,8%), dall’altro i progressi in questo contesto sono notevolmente rallentati a partire dal 2008. E infatti, solo il 15% dei lavoratori (pari a 24 milioni di individui) è riuscito a superare la soglia di povertà nel periodo compreso tra il 2007 ed il 2011. Gli altri 134 milioni di lavoratori che sono usciti dalla povertà, l’hanno fatto nel periodo precedente alla crisi, ovvero tra il 2000 ed il 2007. Di conseguenza, nel 2011 si sono registrati 50 milioni di lavoratori poveri in più rispetto alle previsioni dettate dai trend precedenti alla crisi per il periodo compreso tra il 2002-ed il 2007.

L’assenza di una previdenza sociale di base nella maggior parte dei paesi comporta inoltre un aumento del livello di vulnerabilità. Il ha riscontrato un alto, e in alcuni casi altissimo, livello di vulnerabilità in termini di povertà e mercato del lavoro informale in 58 paesi, soprattutto in Africa e Asia. Gran parte di questi paesi non garantiscono un sussidio per la disoccupazione, mentre più dell’80% delle loro popolazioni non gode di alcuna previdenza sociale o accesso ai servizi sanitari di base.

In effetti, sono pochi i paesi che offrono oggi una previdenza sociale completa in linea con
(lo strumento che stabilisce gli standard minimi di previdenza sociale concordati a livello internazionale). Secondo l’ILO, solo un terzo dei paesi a livello mondiale (che rappresentano circa il 28% della popolazione globale) forniscono tutte e nove le tipologie di previdenza sociale, il che significa che solo il 20% circa della popolazione mondiale in età da lavoro (e delle loro famiglie) gode di una previdenza sociale completa.

Anche se tutti i paesi forniscono una qualche forma di protezione o sicurezza sociale, nella maggior parte la copertura è limitata e mirata a gruppi specifici. Ne risulta che solo una piccolo minoranza della popolazione globale ha un accesso pieno, legale e garantito agli schemi di previdenza sociale disponibili, il che significa che circa 5,6 miliardi di persone a livello mondiale sono vulnerabili a vari livelli.

La vulnerabilità esiste a livelli ben più elevati della soglia di povertà pari a 1,25 dollari giornalieri stimata dalla Banca Mondiale, in particolar modo vista la crescente insicurezza occupazionale e la protezione sociale inadeguata a livello mondiale. Per contrastare la povertà globale in modo efficace, i leader globali devono avere un approccio più esaustivo e focalizzato sulla riduzione della vulnerabilità dei cittadini.

Traduzione di Marzia Pecorari

Jomo Kwame Sundaram è assistente direttore generale presso il dipartimento di sviluppo economico e sociale della FAO a Roma.

Copyright: Project Syndicate, 2013.

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