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Questo articolo è stato pubblicato il 16 settembre 2013 alle ore 16:01.
Di conseguenza, le aziende stanno iniziando ad automatizzare sempre più lavori specializzati basati sulla conoscenza nel campo medico e giuridico. Se da un lato questo processo produrrà un valore economico consistente (pari a circa 5 trilioni di dollari entro il 2025 secondo l’MGI), dall’altro questo profitto non sarà distribuito in modo equo tra coloro che lavorano nel campo, portando per contro molti di loro a doversi riqualificare per nuove posizioni.
Anche gli imprenditori, i funzionari e gli azionisti si trovano di fronte alle stesse incertezze in quanto le tecnologie dirompenti continuano a cambiare le regole del gioco riducendo le barriere d’ingresso e abbassando la scala minima efficiente (la produzione minima che un’azienda deve realizzare traendo vantaggio dalle economie di scala). La stampa 3D, ad esempio, permette alle aziende di stampare dei prototipi molto complessi, stampi e prodotti in vari materiali senza costi di strumenti o d’avviamento.
Allo stesso modo, il cloud computing fornisce alle piccole aziende delle capacità tecnologiche che erano precedentemente disponibili solo alle imprese più grandi, ed anche una gamma sempre maggiore di servizi di back-office a basso costo. Per i fornitori dei servizi si tratta di un progresso poco gradito in quanto il loro modello aziendale è basato sulle licenze e i costi di manutenzione annuali e non sull’uso dell’elettricità. E’ pur vero che le grandi aziende sono vulnerabili in quasi tutti i campi dato che il processo di avviamento delle imprese diventa sempre più equipaggiato, competitivo e permette anche alle aziende in fase di avviamento di raggiungere i clienti e gli utenti ovunque, al pari delle grandi imprese.
Inoltre, le tecnologie dirompenti comporteranno uno spostamento del valore tra i vari settori economici, come è successo quando la televisione ha prevalso sulla radio o, più recentemente, quando i media online hanno superato le versioni stampate. Le aziende di tutti i settori si trovano adesso a dover investire nello studio delle nuove tecnologie, in modo da essere pronti a cogliere le opportunità o a preparare in alternativa un piano di difesa efficiente in tempi rapidi.
E’ vero che gli amministratori delegati ed altri top manager devono necessariamente essere degli esperti di tecnologia, o per lo meno conoscerla bene, e devono valutare in modo costante l’eventuale impatto delle innovazioni sullo status quo, in particolar modo rispetto ai profitti. Ma nell’individuare le principali strategie, i leader aziendali dovrebbero riconoscere che il potenziale economico delle dodici tecnologie dirompenti è letteralmente un potenziale. Invece di presumere che il profitto è garantito, i leader aziendali dovrebbero sviluppare dei modelli aziendali in grado di monetizzare il potenziale tecnologico e prevenire eventuali spostamenti di valore ai competitori o ad attori di altri settori che avranno sempre più possibilità di entrare (spesso in modo più efficiente e con meno restrizioni rispetto al passato) in qualsiasi settore.
L’esperienza dimostra che le aziende che sviluppano dei modelli aziendali innovativi possono essere vincenti. Google, ad esempio, continua a fornire servizi di ricerca e di altro genere online gratuitamente, utilizzando le intenzioni di ricerca espresse e altri dati comportamentali per fare pubblicità mirata; un modello che si è rivelato altamente proficuo. Questo tipo di modello aziendale multi sfaccettato sta facendo al sua comparsa anche in altri settori. Le aziende utilizzano infatti le analisi dei dati principali per individuare delle modalità per monetizzare le informazioni che dovrebbero comunque raccogliere.
Se da un lato i consumatori si aspettano di beneficiare dei vantaggi delle tecnologie dirompenti, chi lavora nel campo e le stesse aziende non possono dare niente per scontato. Gli operatori del settore devono accettare il fatto che dovranno fare corsi di formazione a vita con il ridursi della vita breve delle loro competenze , mentre le aziende dovranno necessariamente anticipare e adattarsi ai cambiamenti rapidi.
Anche i governi dovranno essere pronti a gestire gli effetti a cascata degli stravolgimenti tecnologici. I policymaker dovranno soddisfare nuove richieste di formazione e training ed implementare dei meccanismi efficaci per regolamentare, ad esempio, le macchine con guida automatica oppure l’uso dei dati genetici finalizzato allo sviluppo di medicine personalizzate. In un’economia guidata dall’innovazione, solo le soluzioni innovative possono funzionare.
Traduzione di Marzia Pecorari
Erik Brynjolfsson è professore di management presso la Sloan School of Management dell’MIT, direttore del Center for Digital Business dell’MIT e ricercatore associato presso il National Bureau of Economic Research. James Manyika è direttore del McKinsey Global Institute. Andrew McAfee è scienziato ricercatore principale e direttore associato del Center for Digital Business dell’MIT).
Copyright: Project Syndicate, 2013.
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