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Questo articolo è stato pubblicato il 15 ottobre 2013 alle ore 18:33.

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La seconda conseguenza del ruolo dominante delle comunicazioni delle banche centrali nei mercati finanziari è il fatto di ricorrere a fonti private di informazione, così privando le stesse autorità monetarie di una visione valida e indipendente dei trend necessaria per un solido processo politico. La cosa peggiore è che i privati non vedono più la necessità di raccogliere, analizzare o diffondere le loro informazioni nella misura in cui lo facevano in passato.

Il terzo inconveniente è che quando le banche centrali tendono a dare rassicurazioni fuorvianti e a impegnarsi troppo per raggiungere certi risultati, rischiano di perdere il bene più importante: la credibilità. Cosa farà la Fed, ad esempio, se l’inflazione crescerà drasticamente, ma la disoccupazione resterà alta? L’incapacità della Fed di ancorare le aspettative non solo danneggerebbe la loro credibilità agli occhi degli investitori, ma renderebbe ancor più difficile soddisfare il doppio mandato che prevede di perseguire la stabilità dei prezzi e la massima occupazione.

Questi inconvenienti si applicano in generale alla forward guidance delle banche centrali e li lasciano in balia del loro destino. Il recente fallimento della guidance della Bank of England di muovere i mercati nella direzione desiderata potrebbe significare che gli investitori sono più ottimisti relativamente all’economia britannica. O potrebbe voler dire che la strategia di comunicazione della banca centrale è stata inefficace e ne ha compromesso la credibilità. Anche la Banca centrale europea deve fare i conti con rischi simili.

Per le banche centrali, pianificare la via d’uscita da una posizione politica accomodante è meno importante che abbandonare le correnti strategie di comunicazione. Dovrebbero iniziare a fare un passo indietro rispetto agli eccessivi ed espliciti impegni politici e ai tentativi di micro-gestire i mercati finanziari. Nello specifico, dovrebbero smettere di avvalersi della forward guidance; in particolare, non dovrebbero dare indicazioni su quando inizieranno a inasprire la politica monetaria e di quanto. Devono rintrodurre il vero rischio simmetrico, così che i prezzi azionari possano nuovamente riflettere i fondamentali di base.

Piuttosto che cercare di spingere gli investitori verso certi risultati ed espliciti target numerici, Yellen e gli altri governatori delle banche centrali devono comunicare più chiaramente cosa pensano dei rischi e delle opportunità in economia e nei mercati finanziari, e poi lasciare che gli investitori privati decidano da soli il giusto equilibrio tra rischio e guadagno. Ciò aiuterebbe i mercati a diventare più autosufficienti e resistenti, così potenziando la stabilità finanziaria e garantendo un supporto alla ripresa economica.

Traduzione di Simona Polverino

Marcel Fratzscher, ex capo della divisione International Policy Analysis presso la Banca centrale europea, è presidente dell’istituto tedesco per la ricerca economica (DIW Berlin) e professore di macroeconomia e finanza presso l’Università Humboldt di Berlino.

Copyright: Project Syndicate, 2013.

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