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Questo articolo è stato pubblicato il 10 gennaio 2014 alle ore 22:18.

Dylan Matthews, giornalista del Washington Post, ha scritto un interessante articolo sull'ipotesi che Stan Fischer, che il mese scorso ha annunciato le sue dimissioni da governatore della Banca di Israele, possa diventare il prossimo presidente della Federal Reserve. Fischer in effetti ha tutte le qualità adatte per ricoprire l'incarico (al pari di Janet Yellen, attualmente vicepresidente della Fed, o di Christy Romer, ex presidente del Consiglio dei consulenti economici del presidente Obama, per citare altre due candidate forti).
Ma Matthews ha detto anche che Fischer potrebbe essere avvantaggiato quando si tratterà di strappare la ratifica della nomina al Senato perché è stato governatore della Banca di Israele – con ottimi risultati – e ha lavorato bene con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.Questo è sognare a occhi aperti, secondo me: Matthews non si rende conto di quanto sia estesa e radicata la follia del Partito repubblicano in tema di politica monetaria.Ricordiamoci che i leader intellettuali del partito dell'elefantino sono persone che hanno passato gli ultimi quattro anni a prevedere l'imminente esplosione dell'inflazione. Due anni fa facevano la predica a Ben Bernanke, l'attuale presidente della Fed, su quanto fosse terribile «svilire» il dollaro. E ovviamente il fatto che le loro previsioni non si siano minimamente avverate non gli ha fatto cambiare idea neanche un po'.
Ed ecco Fischer che dice, sempre nell'articolo del Washington Post: «Continuo a pensare che le teorie economiche keynesiane siano estremamente importanti, e se qualcuno la pensava diversamente questa crisi dovrebbe averlo fatto ricredere». Un doppio oltraggio per Paul Ryan e i suoi epigoni: ha elogiato Keynes e ha lasciato intendere che è cosa buona rivedere le proprie idee in base all'esperienza; praticamente due anatemi.Inoltre, in quanto governatore della Banca di Israele, il suo maggior successo è stato il forte svilimento – scusate, svalutazione – della moneta, che ha protetto la nazione dalla crisi e che è stato realizzato attraverso acquisti di valute estere su larga scala. In pratica è una forma di espansione quantitativa (e un po' anche una guerra valutaria): proprio il genere di cose che fa andare fuori di testa i Repubblicani quando le fa Bernanke.Ma il successo di Fischer non conta niente? Ehi, questo vuol dire ragionare sulla base dei fatti, ed è una delle cose che Ryan e compagnia combattono a spada tratta.
Che cosa voglio dire con tutto questo? Che il presidente Obama dovrebbe nominare qualcuno in gamba – Stan, Janet, Christy o qualcun altro di cui ancora non si è parlato – senza pensare nemmeno a cercare di accontentare i pazzi.
(Traduzione di Fabio Galimberti)
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