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Questo articolo è stato pubblicato il 11 giugno 2010 alle ore 08:06.
Uno stralcio dell'articolo 45 della manovra che – insieme con i certificati verdi – azzoppa le fonti rinnovabili di energia e paralizza gli investimenti. E una proroga di un anno del (riuscitissimo) sgravio fiscale del 55% alle ristrutturazioni edilizie per l'efficienza energetica, che ha permesso anche di far fatturare l'Iva a migliaia di lavori. Lo ha chiesto ieri la presidente della Confindustria, Emma Marcegaglia, durante l'audizione al senato.
L'articolo 45 «produrrà una drastica riduzione degli investimenti in nuovi impianti di produzione di elettricità con fonti rinnovabili (idroelettrico, eolico, biomasse, solare) ed avrà effetti gravissimi per il settore delle rinnovabili. Al contempo – sono le parole usate ieri da Marcegaglia – tale norma non avrà effetto alcuno sulle finanze pubbliche».
Inoltre, ha ricordato la presidente, l'Italia ha approvato la nuova direttiva europea che impegna allo sviluppo delle fonti rinnovabili: «Risulta quindi incomprensibile che, dopo aver approvato la direttiva, ora si blocchi lo sviluppo. Il sistema di incentivazione delle fonti rinnovabili può essere aggiornato, ma in una sede normativa appropriata e con un provvedimento organico».
La Confindustria è intervenuta sul tema dell'ambiente e dell'efficienza energetica in relazione con le emissioni di anidride carbonica anche alla camera con un'audizione di Aldo Fumagalli Romario, presidente della commissione sviluppo sostenibile della Confindustria. Le modifiche alla disciplina delle emissioni in atmosfera contenuta nello schema di decreto legislativo di modifica del codice ambientale è «tesa a rendere sempre più capillare e burocratico il controllo sulle imprese, in palese contrasto – osserva Fumagalli – con le politiche di semplificazione e di delegificazione».
Sul tema della manovra, molti i pareri in difesa delle fonti rinnovabili di energia. «Siamo molto grati alla presidente di Confindustria», dice Sergio Andreis, direttore del Kyoto Club. D'accordo anche il deputato pdl Aldo Di Biagio: la formulazione della manovra «metterebbe a rischio la sopravvivenza delle iniziative già avviate e lo sviluppo di quelle in progetto».
Spicca tra molti il senatore Francesco Ferrante, responsabile del Pd sul clima, il quale esprime consenso per l'intervento di Marcegaglia. «Il 30 giugno l'Italia dovrà presentare il piano nazionale sulle rinnovabili», osserva Ferrante, e intanto l'incertezza è «aggravata dallo scellerato articolo 45 della manovra sul congelamento, con carattere retroattivo, del ritiro da parte del gestore dei servizi elettrici dei certificati verdi in eccesso sul mercato, deprime fortemente il mercato, azzerando o quasi le certezze degli investitori».