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Questo articolo è stato pubblicato il 17 giugno 2010 alle ore 16:19.
La nomina non è ancora sicura, e lo ripete come un mantra durante tutta la telefonata. Ma nella voce, serena e squillante, si sente che inizia a crederci sul serio. Suor Giuliana Galli potrebbe essere il nuovo vicepresidente della Compagnia di San Paolo. A deciderlo sarà, lunedì prossimo, la seduta del Consiglio generale della Compagnia. «Se penso a quello che è successo negli ultimi due mesi, lunedì mi sembra lontanissimo e sono sicura che tutto può ancora cambiare», racconta Suor Giuliana. «Dalla mia parte ho due consiglieri, che mi hanno assicurato un certo numero di voti, ma quando tutti i membri segretamente dovranno decidere il futuro della Compagnia, non è escluso che ci siano sorprese».
Poco più di due mesi fa, Suor Giuliana rivendicava con una punta di orgoglio l'approccio naïf al mondo bancario. Oggi – dopo essere diventata «il capo dei ribelli» (contrari alla riconferma di Angelo Benessia come presidente) – parla con disinvoltura di programmi e crisi economica, ma senza dimenticare l'aldilà. «Al Cottolengo si dice che "tutto quello che arriva è provvidenza". Quando arrivano proposte le valuto e se sono alla mia portata, le accetto». Alla faccia di chi la considera "papa straniero" in finanza. «L'ottimismo viene innanzitutto dalla fiducia che mi hanno dimostrato i colleghi. In Compagnia non ero certo la più propositiva, non capendo molto di finanza stavo ad ascoltare... Nonostante questo, loro hanno creduto in me. E poi la spinta arriva anche dal momento storico: c'è bisogno di costruire una piattaforma di solidarietà per tutti. Sono stata scelta come consigliere dal sindaco Chiamparino perché conosco la situazione sociale della città, ho attraversato tante zone di disagio, dal Cottolengo al carcere, fino ai migranti. Questa, se la nomina verrà confermata, sarà la mia forza anche da vicepresidente: non conosco i problemi, ma i volti di chi li vive».
Bisogna guardare oltre la Fiat: «Ci sono tante realtà più piccole che fanno meno rumore ma subiscono lo stesso il peso di questa crisi». Da quando ha iniziato a circolare l'ipotesi della vicepresidenza, la cassetta delle lettere della religiosa è diventata bersaglio di s.o.s. da tutta Italia: «L'ultimo da una signora di Napoli che ha perso il lavoro il mese scorso. Mi chiedono di fare qualcosa per loro, di "usare" la Banca per aiutarli». E lei cosa risponde? «All'inizio mandavo le lettere all'Ufficio Pio, che da 600 anni si occupa di assistere i poveri, ma poi ho capito che non potevo chiedere a un istituto che ha anche competenze territoriali di occuparsi dei bisognosi da Milano a Palermo».