Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 23 giugno 2010 alle ore 20:31.
Si è chiusa con un'adesione complessiva del 66% l'offerta pubblica di scambio lanciata dal governo argentino sui Tango bond finiti in dafault nel 2001. L'annuncio sulla percentuale (ancora provvisoria) di adesione all'ops è giunto in serata dal ministro dell'Economia Amado Boudou in una conferenza stampa a Buenos Aires. La vicenda ha toccato da molto da vicino i risparmi di molti italiani dal momento che buona parte di quei bond erano stati collocati proprio in Italia.
Sempre secondo i dati anticipati dal ministro, ha accettato l'offerta il 75% degli investitori italiani in possesso di bond in default, per un importo pari a 18,3 miliardi di dollari.
Il ministro ha anche precisato che hanno aderito allo swap «il 100% degli investitori istituzionali ed il 36% degli altri piccoli investitori». Sommando l'accettazione del concambio chiusosi ieri a quella della stessa operazione del 2005, l'Argentina, come ha sottolineato Boudou, ha ristrutturato il 92,4% dell'intero debito dichiarato in default nel 2001. Una percentuale che consente al governo guidato da Cristina Kirchner di considerare "normalizzati" i rapporti con i mercati finanziari e con le istituzioni internazionali, primo fra tutte il Fondo monetario, dopo quasi un decennio segnato dal fallimento del 2001. Lo swap del 2005 era stato condotto dall'allora presidente Nestor Kirchner, marito di Cristina.
In ogni caso, come ha fatto notare la Task Force Argentina che rappresenta gli interessi di circa 180mila risparmiatori italiani, resta da regolare la situazione di bond per 6 miliardi di dollari. Dunque, sottolinea la Tfa, il default sul debito del paese sudamericano non può considerarsi concluso.
Nei prossimi giorni la Tfa elaborerà con precisione i dati sulle adesioni in Italia al nuovo swap proposto da Buenos Aires, in particolare quello relativo ai risparmiatori che hanno aderito all`Offerta di scambio e agli obbligazionisti che continueranno l`arbitrato internazionale in ambito Icsid (International Centre for Settlement of Investment Disputes). La Task Force argentina resta in attesa di una sentenza sulla fase giurisdizionale dei contenziosi aperti con il paese sudamericano e le memorie per arrivare a questa decisione sono state regolarmente presentate presso il Tribunale arbitrale. Vi sono poi circa altri 20mila italiani che avevano mantenuto autonomamente aperto il contenzioso con l'Argentina.