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Questo articolo è stato pubblicato il 28 giugno 2010 alle ore 13:13.
Mantenere i tassi di interesse bassi troppo a lungo pone gravi problemi alla stabilità finanziaria e monetaria. Le banche centrali dovrebbero pensare al più presto a una exit strategy. È questo uno degli avvertimenti lanciati dalla Banca dei regolamenti internazionali nel suo rapporto annuale.
La decisione delle Banche centrali di ridurre il costo del denaro - si legge nel rapporto - è stata giusta. Ha aiutato a riportare stabilità ai mercati finanziari dopo la crisi. «Ma - avverte la Bri - non si può mantenere una politica monetaria espansionistica troppo a lungo. I bassi tassi di interesse possono distorcere le decisioni e gli investimenti».
In che modo? «Con il costo del denaro a questi livelli le banche sono incoraggiate a prendere denaro in prestito a breve termine, investirlo in asset a rischio elevando il livello della propria leva finanziaria e rimandando i necessari aggiustamenti di bilancio». Insomma i tassi a zero rischiano di aiutare la speculazione. Un esempio è il fenomeno del carry trade descritto nei mesi scorsi sul nostro giornale dall'economista Nouriel Roubini. Non una novità quindi, ma il richiamo della Banca dei regolamenti internazionali è preciso: le banche centrali pensino a come adottare una politica monetaria restrittiva, prima che sia troppo tardi.
Nel rapporto si parla poi dello stato di salute delle banche che, si legge nell'anticipazione del rapporto «rimangono vulnerabili a possibili perdite». La crisi dei debiti sovrani e il conseguente raffreddamento del mercato interbancario (a giugno si è toccato il record dei depositi overnight alla Bce) «dimostra la crescente difficoltà delle banche a rifinanziarsi nei momenti più critici». Un elemento che desta preoccupazione, specie alla luce dell'enorme debito in scadenza che i maggiori istituti di credito del Vecchio Continente, ma anche i Governi dell'Eurozona, dovranno rimborsare nei prossimi anni. «Le banche - ricorda la Bri - hanno fatto molti progressi nel mettere in ordine i propri bilanci, ma il processo non è ancora completato».