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Questo articolo è stato pubblicato il 22 luglio 2010 alle ore 07:51.
DETROIT. Fiat sorprende i mercati con un risultato trimestrale nettamente superiore alle attese e si prepara a rivedere al rialzo le stime sui conti dell'intero 2010. «È stato un trimestre eccezionale, abbiamo superato le aspettative del mercato» ha commentato l'amministratore delegato del gruppo Sergio Marchionne in apertura di conference call con gli analisti. Il consiglio d'amministrazione dell'azienda torinese, che si è tenuto ad Auburn Hills, nella sede della Chrysler, ha anche approvato il progetto di scissione tra Fiat Industrial e il resto del gruppo, convocando per il prossimo 16 settembre l'assemblea straordinaria dei soci che dovrà dare il via libera all'operazione.
«Siamo qui anche perché senza l'operazione Chrysler, neppure la scissione sarebbe stata possibile» ha spiegato il presidente John Elkann ai consiglieri, i quali hanno potuto constatare i progressi fatti in poco più di un anno di gestione Marchionne dall'alleata americana, la quale - come anticipato dal manager italo-canadese - ha chiuso anche il secondo trimestre dell'anno in attivo.
I numeri della Fiat sono altrettanto significativi. Il gruppo ha chiuso il secondo trimestre con un aumento dei ricavi del 12,5%, un utile operativo più che raddoppiato a 651 milioni e un risultato netto positivo per 113 milioni contro il passivo di 179 nello stesso periodo del 2009. L'andamento positivo della gestione si è riflesso in un calo dei debiti netti, scesi a 3,7 miliardi a fine giugno; la liquidità lorda è salita a 13,5 miliardi grazie al cash flow positivo e al prestito da 1,5 miliardi di dollari emesso a giugno da Cnh.
Sia i camion di Iveco che i trattori di Cnh hanno più che raddoppiato gli utili rispetto allo stesso periodo del 2009, e i componenti auto sono tornati in nero. Anche l'auto, nonostante la congiuntura europea negativa e un calo dei volumi di vendita del 6%, è andata meglio delle attese: utile operativo da 155 a 185 milioni per Fga (che esclude Ferrari e Maserati) grazie soprattutto alle economie sui costi e sugli acquisti; hanno dato una mano - ha spiegato Marchionne - anche il buon andamento in Brasile, la ripresa dei veicoli commerciali, l'effetto cambi positivo per la svalutazione dell'euro che ha rivalutato gli utili fatti in Sudamerica e negli Usa.