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Questo articolo è stato pubblicato il 21 luglio 2010 alle ore 09:36.
Le Borse europee chiudono in rialzo. Londra ha guadagnato l'1,46%, Parigi lo 0,75%, e Francoforte lo 0,40 per cento. In terreno positivo anche Piazza Affari con l'indice FTSE Mib in rialzo dello 0,76% il FTSE IT All Share dello 0,76 per cento in una giornata dove ha spumeggiato il titolo Fiat, (+6,74%), tornata in utile con una trimestrale superiore alle attese degli analisti. L'ad Sergio Marchionne ha definito eccezionali i conti riportati dal gruppo.
Wall Street. Sul listino statunitense interesse su Morgan Stanley dopo i dati relativi al secondo trimestre del 2010. Il colosso bancario americano ha archiviato i conti con un utile per azione a 0,8 dollari, decisamente superiore alle attese degli analisti, fermi a 0,46 dollari. Bene anche i ricavi pari a 8 miliardi, in crescita rispetto ai 5,2 miliardi dello stesso periodo del 2009. Buone indicazioni anche dai ricavi pari a 8 miliardi, in crescita rispetto ai 5,2 miliardi. Focus anche su Apple dopo la trimestrale presentata ieri, martedì. In generale il Dow Jones ha chiuso in calo dello 1,07% e l'S&P500 dell'1,28 per cento. Una giornata comunque da "ricordare" perché Barack Obama ha posto la firma presidenziale alla riforma di Wall Street. Un progetto che ha visto il "benestare" del presidente della Fed Ben Bernanke: «Con queste riforma - ha detto il banchiere centrale - le crisi saranno più difficili».
Le prospettive dell'economia americana, tuttavia, sono «insolitamente incerte», ha sottolineato il presidente della Fed nell'audizione semestrale alla Commissione bancaria del Senato su economia e politica monetaria. «Siamo pronti», ha aggiunto, «a prendere ulteriori misure per sostenere la crescita se questo sarà necessario». Secondo Bernanke, la ripresa continua «a un passo moderato», così come si avrà «una crescita moderata, con un graduale calo del tasso di disoccupazione e un'inflazione bassa per vari anni». Tra l'altro, la crisi del debito europeo è stata tra i fattori che hanno spinto la Fed ad adottare «un outlook in qualche modo più debole» sulla ripresa economica.
I mercati ne hanno preso atto e le vendite hanno prevalso. In meno di 60 minuti, l'euro è scivolato a 1,2729 sul dollaro (-1,20%) e 110,93 sullo yen (-1,56%), recuperando poi qualcosa (1,2766 alle ore 22). Calo anche per il prezzo del petrolio, dopo le parole di Bernanke e il dato sulle scorte statunitensi. Il greggio, con consegna settembre, ha ceduto 1 dollaro (-1,3%) a 76,56 dollari al barile.