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Questo articolo è stato pubblicato il 24 luglio 2010 alle ore 13:49.
Dopo gli Stati Uniti e l'Europa anche la Cina sperimenta la via degli stress test. Sotto esame il settore immobiliare, il più caldo nell'area cinese, dopo il forte boom dei prezzi registrato negli ultimi anni che ha spinto il governo di Pechino ad adottare misure restrittive per evitare il pericolo di una bolla del mattone.
Secondo quanto riporta l'agenzia Reuters, citando l'Economic Observer, uno dei tre più grandi giornali economico-finanziari cinesi, la China banking regulatory commission ha condotto una serie di stress test sui fondi di investimento immobiliari nazionali per verificare se sono in grado di reggere uno scenario di forte crisi e di recessione del comparto immobiliare.
Secondo le indiscrezioni, i fondi di investimento immobiliare sono chiamati a indicare alla Commissione cinese che regola l'attività delle banche, l'esposizione nel settore immobiliare e le misure di controllo del rischio. Al termine del test, il governo potrebbe anche decidere di accordare meno finanziamenti ai fondi per l'investimento immobiliare. Nei primi sei mesi dell'anno, i fondi cinesi hanno investito un totale di circa 67,7 miliardi di yuan (circa 7,73 miliardi di euro) a fronte dei 40 miliardi di yuan (circa 4,5 miliardi di euro) dell'intero 2009.
Gli stress test sono stati estesi anche alle banche cinesi alle quali la China banking regulatory commission ha chiesto di tenere sotto controllo l'esposizione nel settore immobiliare. Dagli ultimi dati diffusi dalla Banca popolare di Cina, è emerso che nel primo semestre i prestiti bancari destinati al settore immobiliare hanno raggiunto quota 442,3 miliardi di yuan (circa 50 miliardi di euro).