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Questo articolo è stato pubblicato il 24 luglio 2010 alle ore 09:28.
ROMA - «Nel complesso i risultati confermano la capacità delle banche italiane di assorbire l'impatto di un significativo deterioramento delle attuali condizioni macroeconomiche e di mercato». È positiva la valutazione d'insieme dei risultati dello stress test rilasciata ieri dalla Banca d'Italia, in un comunicato che dà conto dell'esame sostenuto dai 5 gruppi bancari italiani nell'ambito della prova di stress realizzata a livello consolidato su 91 banche europee. E soddisfazione è stata espressa anche dal governo italiano con un comunicato del ministro dell'Economia Giulio Tremonti.
Non solo, infatti non ci sono bocciature, ma nessuno dei gruppi italiani (UniCredit, Intesa Sanpaolo, Monte dei Paschi di Siena, Banco Popolare e Ubi Banca (che rappresentano il 60% del totale attivo del mercato bancario italiano) scende al di sotto della soglia del 6% del Tier 1 ratio, il coefficiente relativo al patrimonio di base, anche sotto l'urto del doppio shock (quello macroeconomico e quello da debiti sovrani) considerato nello scenario avverso immaginato dalla Bce. E va ricordato, sottolineano gli esperti di Bankitalia, che il 6% del tier 1 è un parametro comunque superiore di 2 punti al minimo regolamentare. Mario Draghi, come presidente del Financial stability board, ha evidenziato come questi risultati «forniscano ulteriore chiarezza e trasparenza al settore bancario europeo e alle 91 banche che hanno partecipato alla prova».
Lo stress test, ha sottolineato il ministro dell'Economia Tremonti, indica la solidità del sistema Italia. «A volte - ha osservato in un'intervista al Tg1 – non fare notizia è una buona notizia. Questa volta l'Italia non fa notizia perché ha i numeri nella media dell'Europa e questo è molto buono e positivo». È un «dato buono», ha spiegato il ministro, «non solo perché indica la solidità del sistema bancario-finanziario italiano, ma indica la solidità dell'Italia». Il ministero è peraltro pronto, in linea con quanto è stato fatto da altri paesi europei, a riaprire lo strumento dei Tremonti bond «anche se – precisa un comunicato di via XX Settembre, non sussiste alcun elemento che induca a ritenere che le banche italiane debbano ricorrere a tali strumenti». E soddisfazione, infine, è stata espressa anche dal neopresidente dell'Abi Giuseppe Mussari, che ha rilevato come le banche italiane «godano di ottima salute».