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Questo articolo è stato pubblicato il 26 luglio 2010 alle ore 15:26.
Sono state tutte promosse le cinque banche italiane sottoposte agli stress test europei. Questo il verdetto del Cebs, il Comitato di supervisione sulle banche europee, di venerdì scorso. La lente di ingrandimento dei mercati finanziari, però, ha emesso un altro verdetto: gli istituti promossi a pieni voti sono soltanto due, Intesa Sanpaolo e Banco Popolare mentre Unicredit, Banca Mps e Ubi Banca hanno sì superato l'esame, ma non convinto del tutto gli analisti e, a ruota, i mercati finanziari. Non a caso, i titoli che oggi, lunedì, in una giornata contrastata sui mercati, hanno viaggiato sin dall'apertura in netto rialzo sono Intesa Sanpaolo e Banco Popolare che hanno poi chiuso con un balzo superiore al 4 per cento. Mentre Unicredit (+0,37%) e Ubi Banca (+0,56%) hanno mostrato un andamento più incerto. Come Banca Mps che ha accelerato nel finale (+1,72%) dopo un cammino altalenante.
L'effetto stress test - mentre è emerso che sei banche tedesche hanno omesso di pubblicare i dati completi sull'esposizione in debiti sovrani - ha messo al lavoro anche molti analisti finanziari che in mattinata hanno pubblicato una serie di report e indicazioni sugli istituti di credito italiani. Lavoro che è seguito alla pubblicazione della classifica delle banche italiane agli stress test, da cui è emerso che sono differentemente attrezzate a livello patrimoniale per reagire ai crush test ipotizzati dal Cebs che ha dipinto uno scenario avverso che comprende una contrazione del Pil Ue del 3% rispetto alle attuali stime della Bce, una caduta del 20% delle Borse nel 2010 e nel 2011, considerando anche l'ipotesi aggiuntiva di rischio sovrano.
Intesa Sanpaolo. Onda d'urto che Intesa Sanpaolo respingerebbe chiudendo, secondo le anlisi del Cebs, il 2011 con un Tier 1 (rapporto tra capitali propri e attività totali) pari all'8,2%, il valore più alto tra le banche italiane analizzate. Grazie a questi risultati gli analisti di Chevreux hanno inserito Intesa Sanpaolo nella sua "European selected list". Alla base dell'upgrade c'è la considerazione che la banca sarebbe in grado di essere profittevole e distribuire dividendi in un contesto negativo.
Banco popolare.