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Questo articolo è stato pubblicato il 27 luglio 2010 alle ore 08:15.
Sono 23 le banche che non avrebbero superato gli stress test europei. Non 7 come indicato dal Cebs, il comitato di supervisione delle banche europee. Fra le bocciate anche l'italiana Banca Mps. Chi lo sostiene? Un analista di Breakingviews Reuters. Ha ragione o è più corretta la versione del Cebs? E chi ha ragione, il Cebs o gli analisti di Credit Suisse che indicano che le banche italiane in realtà avrebbero un patrimonio ancor più solido di quello ipotizzato negli stress test? E poi ci sono gli esperti di Jp Morgan che hanno pubblicato i risultati degli Acid test: secondo questa ulteriore ipotesi tutte le banche italiane sono salve ma 13 istituti europei sui 35 analizzati sono fuori. Analisi che giungono quando i mercati finanziari, all'indomani (finanziario) della pubblicazione dei dati, hanno già emesso il loro verdetto.
In questa giostra di numeri e previsioni dove sta la verità? In realtà tutte le valutazioni sono formalmente corrette. La differenza è nell'ipotesi di partenza adottata dai vari analisti, differente rispetto a quella del Cebs che ha dipinto, per testare la capacità di resistenza del patrmonio delle banche a eventuali crisi, uno scenario recessivo del 3% del Pil rispetto alle stime attuali della Bce unito a una svalutazione dei titoli sovrani in pancia alle banche con percentuali differenti, dal 7,4% dei titoli di Stato italiano al 23,1% dei titoli greci (14,1 la percentuale applicata sui titoli portoghesi e 12 quella sui governativi spagnoli).
L'approcio di Breakingviews Reuters, invece, parte dall'ipotesi di una ristrutturazione del debito sovrano, scenario che annovera l'ipotesi di default di un paese.
Considerando l'ipotesi default (e quindi ristrutturazione) si va ad intaccare il banking book dei bilanci bancari, ovvero il portafoglio complessivo dei titoli accantonati, e non il trading book, ovvero quella parte residuale del banking book che comprende solo i titoli autorizzati dalla banca per le attività di negoziazione. Il Cebs, non contemplando l'ipotesi default, ha applicato le svalutazioni sul trading book. Mentre l'analista Breakingviews Reuters ha calcolato i tagli sulla componente patrimoniale del banking book. Il risultato finale? Le banche bocciate dagli stress test salirebbero a quota 23 e, nel complesso, per riportare il Tier 1 a fine 2001 al 6% (come nello schema del Cebs) avrebbero bisogno di un'iniezione di capitale di 15,5 miliardi di euro, molti di più rispetto ai 3,5 miliardi di cui hanno bisogno le 7 banche indicate dal Cebs. Tra le banche bocciate, nell'ipotesi più restrittiva della Reuters, anche l'italiana Banca Mps il cui Tier 1 scenderebbe al 5% e pertanto costringerebbe l'istituto a un'iniezione di capitale di 1,2 miliardi di euro.