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Finanza e Mercati In primo piano

I cinesi di Wall Street si vedono al club Ren

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Questo articolo è stato pubblicato il 01 agosto 2010 alle ore 15:31.

A Wall Street, negli ultimi sei anni, è fiorita un'associazione: si chiama Ren, che in cinese significa professionista. E ha un'ambizione: radunare gli executive che vantano radici nella potenza asiatica e lavorano alla Borsa americana, aiutata da organizzazioni sorelle sparse ovunque nel mondo. Ad oggi ha circa 400 iscritti, dopo esser nata da una cena informale tra quattro coleghi: tra gli esponenti di spicco si contano managing director (77 stando al rapporto annuale 2010, ai quali aggiungere 99 director), gestori e dirigenti di tutti i nomi di prestigio della finanza globale, da Bank of America Merrill Lynh a Jp Morgan, da Ubs a Deutsche Bank, da Morgan Stanley e Lazard a BlackRock.

Li Lu, il 44enne delfino di Warren Buffett che ha fatto fortuna a New York tra gli hedge fund, è parte di questa fioritura. Un numero crescente di professionisti di Wall Street arriva da Pechino, Shanghai e dai loro vasti dintorni, studia alle università più prestigiose, si fa strada sui mercati globali e a volte torna in patria per prendere parte al fermento della finanza asiatica. Se la storia di Lu, ex dissidente con multiple lauree alla Columbia, è rara, altri hanno incontrato successo in questa lunga marcia, spesso impegnati in operazioni che hanno a che fare con il paese di origine: quest'anno Fred Hu, partner di Goldman, ha deciso di lasciare la stella di Wall Street dopo una carriera di 13 anni per lanciare con il suo aiuto un fondo di private equity in Cina. Un'altra stella cinese di Goldman, Fang Fenglei, aveva già varato con successo il fondo di buyout Hopu nel 2007. Tra chi ha avuto successo direttamente in banche cinesi, ecco il 60enne Ma Weihua con la China Merchant bank, considerata negli ultimi anni tra le più innovative.

Anche le elitarie attività di investment banking sono ormai pane per i denti di protagonisti dalle radici locali, con collocamenti di titoli sulle piazze asiatiche che tirano mentre altrove languono: ben cinque banche cinesi sono tra le prime dieci per entrate da questo segmento in Asia. Tra cui Ping An, terza in classifica, e controllata dell'omonimo colosso assicurativo guidato da Lin Li, 32esimo tra i miliardari cinesi. Con un passato nelle banche statali, Li fece però i soldi investendo in proprio e nel 2003 rilevò Ping An.

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I cinesi di Wall Street si vedono al club Ren. Nella foto Fred Hu (Afp)

Tags Correlati: Asia | Borsa Valori | Byd | China Investment Corp | Dominique Strauss | Fred Hu | Goldman Sachs | Li Lu | Lin Li | Lu Xiangyang | Management | Ma Weihua | New York | Pimco | Ren | Torino (squadra) | Wall Street | Wang Chuanfu | Zhu Min

 

Queste storie di successo, da New York a Shanghai, vanno di pari passo con la maturazione di nuovi ceti abbienti in Cina: oggi 343.00 persone hanno patrimoni compresi tra uno e dieci milioni di dollari. E una folta pattuglia, 64, vanta miliardi: tra questi il presidente della Byd, l'azienda di batterie e auto sulla quale Li Lu aveva scommesso facendo guadagnare lautamente anche Buffett. Solo l'anno scorso Wang Chuanfu era in testa all'elenco dei super-ricchi cinesi (Hong Kong esclusa) compilato da Forbes con 5,8 miliardi, seguito al quarto posto dal cugino e co-fondatore Lu Xiangyang con 4,1 miliardi. Che, oltretutto, ha lanciato una finanziaria, la Guangzhou Youngy Mgt & Investmnet.

Segno evidente del cambiamento in corso è inoltre l'affermazione a tutto campo del settore bancario e finanziario cinese: oggi il paese vanta quattro delle prime dieci banche al mondo per capitalizzazione di mercato. Nessuna era in classifica sei anni or sono. Con società internazionali presenti in Cina e istituzioni locali che puntano sempre più a svilupparsi, facendo ipotizzare che Shanghai possa diventare una nuova Wall Street (il Toro l'hanno gia' copiato). A fine 2009 l'authority sulle valute di Pechino ha convinto a tornare a casa Changong Zhu, stratega di hedge di Pimco con la carica di managing director. E si susseguono offerte di lavoro: China Investment Corp, il fondo sovrano cinese da 300 miliardi, cerca decine di nuovi executive su scala internazionale che siano di origine cinese. Egli scambi continuano anche in direzione opposta: Zhu Min, vicegovernatore della Banca centrale cinese, è stato nominato da febbraio consigliere speciale del managing director del Fono Monetario Internazionale Dominique Strauss-Kahn.

I PROTAGONISTI
L'associazione e i suoi partner
Sei anni fa a Wall Street è nata la "potente" Ren, associazione che raduna gli executive che vantano radici cinesi e che lavorano alla Borsa americana. Ad oggi ha circa 400 iscritti e tra gli esponenti di spicco si contano managing director (77 stando al rapporto annuale 2010, ai quali aggiungere 99 director), gestori e dirigenti di tutti i nomi di prestigio della finanza globale, da Bank of America Merrill Lynh a Jp Morgan, da Ubs a Deutsche Bank, da Morgan Stanley e Lazard a BlackRock. Tra questi Li Lu, il 44enne delfino di Warren Buffett (si veda il Sole 24 Ore di ieri). Tra gli altri big spicca Fred Hu - artner di Goldman Sachs,che ha deciso di lasciare la stella di Wall Street dopo una carriera di 13 anni per lanciare con il suo aiuto un fondo di private equity in Cina – e un'altro big cinese di Goldman, Fang Fenglei, che aveva già varato con successo il fondo di buyout Hopu nel 2007.

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