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Finanza e Mercati Azioni

I dati sul lavoro americano frenano Wall Street, contrastati i listini europei

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Questo articolo è stato pubblicato il 12 agosto 2010 alle ore 15:28.

Ancora segnali poco rassicuranti dall'economia americana dopo l'allarme della Fed e il deficit commerciale più alto del previsto. Le richieste settimanali di sussidi per la disoccupazione, nella settimana al 7 agosto, sono aumentate di 2mila unità a 484mila, il livello più elevato degli ultimi sei mesi. Lo ha reso noto il Dipartimento del Lavoro. Gli esperti avevano stimato un calo di 14 mila.

Il dato influisce negativamente sulla seduta di Borsa: il Dow Jones perde lo 0,57%, il Nasdaq Composite arretra dello 0,83%, mentre lo S&P 500 cede lo 0,54%. Contrastata invece l'Europa con gli indici, negativi per tutta la giornata, che recuperano terreno nel finale.

Auto, costruzioni e assicurazioni sono stati i comparti più penalizzati: se i primi due hanno pagato la prevedibile tendenza degli investitori ad allontanarsi dai titoli dei settori più ciclici vista l'incertezza su tempi e ritmo della ripresa Usa e globale, dopo i segnali preoccupati arrivati dalla Fed, gli assicurativi hanno pagato in parte i giudizi di Goldman Sachs. La banca d'investimento, in un report su molte compagnie europee, ha corretto in negativo diversi giudizi e limato alcuni target di prezzo contribuendo a una giornata sotto pressione sui listini. A Milano, hanno pagato le conseguenze della seduta difficile del settore Unipol (-3,9%) e Fondiaria - Sai (-3,58%), mentre Generali ha approfittato dell'aggiornamento a «neutral» da «sell» della raccomandazione di Goldman Sachs per limitare il rosso a un -0,4%.

Tornando alle costruzioni, Buzzi Unicem ha lasciato sul terreno un altro 2,85%: dalla diffusione della semestrale, avvenuta martedì, le azioni del gruppo piemontese hanno accusato una flessione complessiva superiore al 9%. Italcementi è arretrata oggi del 2,2%. Tra gli industriali, -1,6% per Finmeccanica e -1,36% per Fiat. Nel settore finanziario, Mediolanum ha perso l'1,4%, Banca Popolare di Milano l'1,36%, Intesa Sanpaolo l'1,2%, Ubi Banca l'1,1%.

Rimbalzano le Telecom Italia (+2,13%) in un comparto tlc vivace grazie alle voci di un'offerta russa su Wind. Il settore ha poi raccolto positivamente i dati diffusi da Gartner sulle vendite di telefoni cellulari nel secondo trimestre 2010: in base all'indagine l'incremento è stato del 13,8% a 325,6 milioni di pezzi anche grazie al +50% degli smartphone.

L’articolo continua sotto

I timori della Fed sulla ripresa americana affossano le Borse. Milano -3,2%, Wall Street -2,4%

Brusca frenata per le Borse di tutto il mondo. Tutti i principali listini arretrano subendo i

Cadono le Borse, yen ai massimi

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Sul fronte delle materie prime si segnala il forte calo del petrolio Wti a New York che è scivolato al di sotto della soglia dei 76 dollari al barile e al minimo in un mese sulla scia dei rinnovati timori sulla tenuta della ripresa e di conseguenza sulla domanda. I contratti con scadenza a settembre hanno finito a 75,74 dollari, in ribasso di 2,28 dollari, il 2,9%, rispetto alla chiusura di ieri.

Chiusura in ribasso, ma nettamente lontano dai minimi giornata, alla borsa di Tokyo che nel finale é riuscita a limitare i danni grazie a ingenti ricoperture che si sono verificate anche sul mercato valutario. Il Nikkei 225 ha ceduto lo 0,9% a 9,212,59 punti dopo essere arrivata a registrare una perdita intraday del 2,4% che l'aveva portato a livello del 13 luglio 2009. In calo dello 0,8% a 827 punti l'indice allargato Topix. La divisa giapponese nel frattempo che ieri era apprezzata fino 84,73 yen per dollaro, minimo dal luglio 1995, è tornata sopra quota 85 per dollaro e sopra quota 110 per euro.

L'ondata di ricoperture è scattata dopo le dichiarazioni del Premier giapponese, Naoto Kan, che ha definito «brusco» e »troppo rapido» l'attuale apprezzamento dello yen. Il commento, secondo quanto riporta la stampa giapponese, sarebbe emerso durante una conversazione telefonica con il segretario di Gabinetto, Yoshito Sengoku. La notizia ha innescato i timori di possibili interventi sui cambi, anche se è molto difficile che ciò possa avvenire senza azioni coordinate a livello internazionale con altre banche centrali.

I tassi di interesse sui nuovi titoli di Stato giapponesi a 10 anni si sono, intanto, assestati questa mattina allo 0,98%, il livello più basso degli ultimi sette anni. La scorsa settimana erano già scesi allo 0,995% sulla scia delle crescenti inquietudini per l'evoluzione dell'economia globale e i rischi di una ricaduta in recessione.

Nel frattempo, la fiducia dei consumatori giapponesi ha fatto registrare un lieve calo in luglio a 43,3 punti contro 43,5 in giugno. Si tratta del primo dato in flessione negli ultimi sette mesi: a giugno l'indice era salito ai livelli più alti dal settembre 2007 ma in luglio ha risentito delle nuove tensioni generatisi a livello di economia globale.

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