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Questo articolo è stato pubblicato il 21 agosto 2010 alle ore 10:05.
MILANO - È stata una settimana di passione per le operazioni di fusione e acquisizioni nel mondo: Potash, Aviva e Intel hanno acceso gli interessi di un mercato che finora si era mostrato fiacco. Agosto storicamente è un mese privo d'interesse, ma quest'anno ha giocato di contropiede sfiorando il record delle transazioni a 89,8 miliardi di dollari accumulate soltanto nell'ultima settimana. Bisogna tornare al novembre 2009 quando Exxon Mobil Corp rese nota l'intenzione di acquisire Xto Energy per la cifra record di 40 miliardi di dollari, per ritrovare numeri di tanto spessore.
In quel frangente, in una sola settimana vennero battute operazioni per 103,2 miliardi di dollari, mentre nell'agosto 2006 si sfiorarono 97 miliardi di dollari, secondo i dati di Thomson Reuters. Questa volta a tenere alta la tensione è stata l'Opa ostile di Bhp Billiton nei confronti della canadese Potash Corp, colosso mondiale dei fertilizzanti, offrendo 43,2 miliardi di dollari per rilevare il gruppo. Cifra che potrebbe salire se i canadesi riusciranno a trovare un "cavaliere bianco", possibilmente con gli occhi a mandorla, come si vocifera, in grado di offrire più dei 130 dollari ad azione offerti da Bhp.
Se l'ultima settimana è stata da record, la prima metà del mese ha già totalizzato 197,6 miliardi di dollari di transazioni, tanto da fare prevedere di potere superare il record di 260 miliardi toccati nell'agosto del 2006. A conferma della possibilità di raggiungere questo target, è l'annuncio di ieri di una nuova Opa ostile da 2,9 miliardi di dollari della Korea National Oil Corporation (Knoc) lanciata sulla britannica Dana Petroleum. A livello mondiale il volume delle transazioni finora è stato di 1,65 mila miliardi di dollari, in crescita del 24% rispetto allo scorso anno: a guidare la corsa sono le società dei paesi asiatici, mentre gli Usa non vanno oltre l'uno per cento. I settori più esposti ad operazioni di M&A, secondo gli analisti, sono i tecnologici, l'energia, farmaceutico e materie prime, meno i finanziari e i consumi.
A giocare a favore di fusioni e acquisizioni sono i bassi tassi di interesse e la disponibilità delle società, in particolare quelle pubbliche per le quali è stata calcolata tra liquidità e investimenti a breve in 2,03 mila miliardi di dollari, secondo i dati forniti da FactSet Research al Wall Street Journal. Un livello superiore del 57% a quello calcolato nel 2006, prima della crisi finanziaria. Se la debolezza dell'economia aiuta a tenere bassi i tassi di interesse e a convincere gli investitori ad esporsi anche nei confronti di società indebitate, il fattore annuncio sta aiutando a sostenere i corsi delle Borse, al momento sotto pressione per le incertezze imperanti sull'uscita dalla crisi.