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Questo articolo è stato pubblicato il 25 agosto 2010 alle ore 18:54.
«Ha il carattere crudele di una tigre della Manciuria, si insinua in tutto il mondo, come un cacciatore esperto, quando sente l'odore di sangue si avventa!». Ma non solo. «Come una volpe che mastica un osso, conosce le regole del gioco e sa quando colpire al collo». Non va per il sottile Li Delin, giornalista finanziario cinese, autore di vari best seller. Inchieste che da un anno a questa parte hanno nel mirino Goldman Sachs, la banca d'affari statunitense guidata da Lloyd Blankfein che non ha conosciuto vera crisi (anche grazie all'intervento del governo), avendo riportato utili sia nel 2008 e nel 2009, anche nel cuore temporale dell'ultima grande crisi finanziaria.
L'attacco alla super banca - che non ha incontrato ostacoli da parte del governo di Pechino, noto per la forte censura più volte esercitata nei confronti dei mezzi di comunicazione - arriva all'indomani delle proiezioni che vedono la Cina, da poco seconda economia mondiale davanti al Giappone, destinata a scalzare dal primo posto gli Stati Uniti.
Dopo aver pubblicato lo scorso novembre Eliminate All Competitors–How Goldman Sachs Wins Over the World, Li Delin ha rincarato la dose con Goldman Sachs Conspiracy, uscito a giugno e oggi nella top ten dei libri più venduti in Cina secondo la classifica stilata da Sino.com. Ma l'attacco di Delin prosegue anche dalle pagine del suo blog, rigorosamente in cinese, dove campeggiano svariati post che accusano la big bank con sede a Manhattan, in West Street 200. Nella suo ultimo lavoro - che ha venduto già 100mila copie in meno di tre mesi e che in copertina sfoggia un vampiro - l'autore è chiaro sin dal primo capitolo: «Il suo (di Goldman Sachs, va da sé) obiettivo finale è uccidere la Cina. Ha il quoziente intellettivo di un cane israeliano Shar Pei e la natura crudele di una tigre della Manciuria».
Frasi pesanti per le quali Delin è stato accusato di antisemitismo, visto che Goldman è tradizionalmente accostata all'esistenza di una lobby ebraica negli Stati Uniti (ed ebreo è anche Blankfein). Accuse prontamente respinte: «I cinesi considerano il popolo ebraico elegante e ricco, dovremmo imparare da loro. Lo penso anche io, penso che siano veramente in gamba, forse gli uomini più intelligenti sulla terra».