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Questo articolo è stato pubblicato il 30 agosto 2010 alle ore 11:24.
Il gigante francese dell'industria farmaceutica, Sanofi-Aventis ha svelato i dettagli dell'Opa che ha intenzione di lanciare sulla statunitense Genzyme (biotecnologie), valore totale di 18,5 miliardi di dollari, pari a 69 dollari per azione, dopo che questa ha rifiutato di aprire negoziati per una proposta di fusione. Li ha resi noti il direttore generale del gruppo francese, Henri Termeer, spiegando che Sanofi-Aventis sta considerando tutte le opzioni per questa transazione, compresa un'offerta pubblica ostile. L'offerta, tuttavia, è stata respinta all'unanimità dal consiglio di amministrazione di Genzyme.
L'interesse di Sanofi-Aventis - sesto gruppo a livello mondiale nel settore, finanziariamente sano, ma con urgenti necessità di diversificazione - nei confronti di Genzyme non è una novità. Il corteggiamento è iniziato lo scorso luglio. Da allora, il titolo della società statunitense attiva nel settore delle biotecnologie, è balzato da 50 a 70 dollari (+40%) allineandosi al prezzo offerto da Sanofi-Aventis.
Si tratterebbe della seconda operazione in pochi mesi da parte di Sanofi-Aventis che lo scorso dicembre ha annunciato un accordo per l'acquisizione dell'americana Chattem, per circa 1,9 miliardi di dollari.
Offerta respinta. Il Consiglio di amministrazione di Genzyme ha respinto, però, all'unanimità l'offerta. Il cda, si legge in una nota della società americana di biotecnologie «si é riunito domenica notte e ha confermato all'unanimità la bocciatura dell'offerta di Sanofi».
L'ultima offerta, dopo quella respinta l'11 agosto scorso, «non garantisce alcuna nuova informazione o miglioramento del prezzo e manca di stabilire basi di trattativa con il board di Genzyme». Il Cda si dice poi «non pronto ad avviare negoziazioni per la fusione con Sanofi basate su un'fferta opportunistica con un prezzo di partenza irrealistico che sottovaluta sostanzialmente la compagnia».
La risposta di Genzyme «non ha sorpreso» il numero uno di Sanofi, Chris Viehbacher, intervenuto in una conference call. Precedentemente, in un'intervista al quotidiano Les Echos, Viehbacher aveva usato toni conciliatori: «Vogliamo dimostrare che siamo determinati e seri, senza essere miancciosi - aveva detto - c'è ancora tempo».