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Questo articolo è stato pubblicato il 07 settembre 2010 alle ore 08:05.
Non ci sono soltanto i nuovi assetti delle autorità di vigilanza. L'intero edificio della regolamentazione finanziaria europea sta per essere sottoposto a drastica ristrutturazione. Nei prossimi 12-18 mesi la gran parte delle direttive comunitarie del settore verranno sottoposte ad un'attenta verifica con l'obiettivo di cambiare le disposizioni che hanno mostrato di non funzionare. Ed altre regole si aggiungeranno in campi (hedge fund, negoziazioni "fuori mercato" di prodotti derivati e strutturati) finora non oggetto di armonizzazione. L'obiettivo dichiarato è quello di ridurre le asimmetrie tra paese e paese rendendo più stretta quella rete regolamentare "a maglie larghe" che, nel corso della recente crisi finanziaria, ha fatto emergere vistose debolezze.
Quello non dichiarato, ma ugualmente ben compreso dai diretti interessati, è di ridurre l'autonomia della city londinese dove si concentra l'80% delle transazioni finanziarie del continente, cui molti imputano la responsabilità principale del disordine finanziario che ha attraversato i mercati. È pertanto comprensibile che dall'altra parte della Manica gli intermediari se ne preoccupino.
«È un'occasione unica – sottolinea il vice direttore generale di Assonime, Carmine Di Noia – per una revisione orizzontale delle direttive sui mercati finanziari e sul diritto societario. Sarà così possibile farlo in modo coordinato riducendo le asimmetrie regolamenteri che su alcuni punti hanno finora penalizzato proprio i paesi, tra cui l'Italia, che hanno una disciplina più avanzata».
I primi mattoni di questo complesso lavoro di riordino sono già stati posti. Nei mesi scorsi il Parlamento di Strasburgo ha approvato il restyling della direttive sui prospetti finanziari e varato prime misure sulle retribuzioni dei manager del credito. Ma il grosso (vedi tabella) deve ancora arrivare. Il capitolo dove sono attese le maggiori discussioni continua a rimanere la regolamentazione sugli hedge fund: la Commissione Ue presenterà le sue proposte legislative mercoledì 15. La riforma del risparmio Usa potrebbe dare alla city nuove opportunità di affari se non fosse che lo stesso vento sta soffiando anche nel continente. E molti altri nodi dovranno essere sciolti. Oggi intanto il comitato per la supervisione bancaria esamina il dossier Basilea 3 sui nuovi ratios di vigilanza. Il dossier sarà portato all'attenzione dei governatori centrali della Bri il 12 e 13 settembre prossimi. E l'Abi ha ribadito i propri dubbi: «L'eccesso di rigore sui requisiti di capitale peserebbe sulla crescita».